Applicazioni delle zeoliti

 

 

Agenti disidratanti. Le zeoliti contengono sempre molecole di acqua coordinate agli ioni incorporati nella struttura. Le strutture possono essere disidratate per riscaldamento sotto vuoto. Le zeoliti così ottenute sono dei buoni agenti essiccanti.

Zeoliti come scambiatori di ioni. Le zeoliti hanno la capacità di scambiare in parte o tutti i loro cationi (non di reticolo) per trattamento con un soluzione o un sale fuso. Il carattere dell’equilibrio di scambio ionico tra la soluzione e la zeolite dipende da vari fattori tra cui il tipo di catione scambiabile e i possibili siti di coordinazione cationica presenti nella zeolite. La massima capacità di scambio è determinata dal rapporto Si/Al.

La zeolite-A (Figura) nella forma con Na+ è usata come additivo per addolcire le acque; gli ioni Na+ vengono rilasciati e sostituiti dagli ioni Ca2+ provenienti dall’acqua dura. L’additivo può essere rigenerato facendovi passare una soluzione salina molto pura di NaCl. Questo processo è familiare a chi usa la lavastoviglie. Attualmente le zeoliti-A sono aggiunte a tutti i detersivi per lavatrice al posto dei polifosfati. Annualmente si producono più di 250000 tonnellate di zeolite-A per uso nei detergenti. E' anche possibile produrre acqua dolce per desalinazione dell’acqua di mare usando zeoliti che contengono una miscela di ioni Ag e Ba. Il processo però è talmente costoso da essere utile solo in caso di emergenza.

 

Alcune zeoliti hanno una affinità per un catione in particolare. E' il caso della clinoptilolite, una zeolite naturale, che scambia facilmente con il Cs. Può quindi essere usata per separare il 137Cs da rifiuti radioattivi scambiando ioni Na+ con ioni Cs+. In modo simile la zeolite-A è usata per recuperare lo Sr radioattivo. 

L'abilità di scambio cationico di una zeolite si quantifica col valore di CSC (meq/g) (capacità di scambio cationico, cioè i milliequivalenti di cationi che possono essere scambiati per grammo di materiale zeolitico) [in inglese si esprime come CEC = cation-exchange capacity]. Le zeoliti presentano valori elevati (vedi Tabella) se confrontati con quelli di fillosilicati.

Ovviamente CSC è funzione del rapporto Si/Al, risultando massima quando tale rapporto assume valore unitario.

 

 

 

 

 

Zeoliti come adsorbenti. Dato che le zeoliti deidratate hanno strutture porose aperte, possiedono alte aree superficiali e sono in grado di adsorbire grandi quantità di sostanze oltre all’acqua. In questo modo le zeoliti possono essere utilizzate come setacci molecolari per purificare o separare sostanze.

 

Ad esempio la chabazite (Figura) è nota per la sua capacità di assorbire piccole molecole come acido formico e metanolo ma non benzene e molecole più grandi.

La chabazite è stata usata industrialmente per rimuovere la SO2 dalle emissioni inquinanti di impianti di combustione industriali. 

 

 

 

Similmente i pori di apertura 410 pm nella zeolite-A (vedi Figura precedente), associati a finestre costituite da anelli a 8 membri (si noti però che la cavità interna - gabbia a -  ha un diametro molto maggiore, di 1140 pm), lasciano passare molecole di metano ma escludono molecole più grandi come il benzene. 

La computer graphic può essere molto utile nell’illustrare se una molecola è in grado o meno di passare attraverso una finestra o un canale. Gli atomi vengono rappresentati coi loro raggi di van der Waals. La selettività di forma della ZSM-5 è illustrata in Figura (è mostrata, a destra, la cross-section del canale lineare, a confronto con dimensioni e forma di alcune molecole: metanolo, 2,2-dimetilpentano, p-xilene).

 

Le zeoliti sono particolarmente utili per questi processi dato che la loro struttura non cambia durante la deidratazione e che il reticolo non si decompone sino a temperature dell’ordine dei    700 °C. In una zeolite-A dopo deidratazione il volume delle cavità rappresenta circa il 50% del volume totale del materiale. Un elenco di zeoliti e di specie da esse assorbite è riportato in Tabella. Dopo il loro utilizzo come setacci molecolari, le zeoliti possono essere ripristinate mediante riscaldamento o riflusso con gas puri.

 

Applicazioni di setacci molecolari in processi industriali

Campi di applicazione

Usi:

Essiccamento Purificazione Separazione
Raffinerie e industria petrolchimica Paraffine, olefine, acetileni, 

gas di idrocracking,

solventi.

Addolcimento*  del ‘gas liquido di petrolio’ e di aromatici, rimozione di CO2 da gas olefinici, purificazione del gas di sintesi. Alcani normali e 

a catena ramificata.

Gas industriali H2, N2, O2, Ar, 

He, CO2, gas naturale. 

Rimozione di CO2  dal gas naturale, di idrocarburi dall’aria. Composti aromatici.
Fornaci 

industriali

Exogas, 

gas di cracking, reformer gas.

Rimozione di CO2 e NH3 dall’exogas e dal gas di fissione dell’ammoniaca.      Azoto e ossigeno .

 *Rimozione dei composti solforati.

 

E' possibile un controllo fine sull’apertura dei pori della zeolite per consentire l’adsorbimento di molecole specifiche. Come detto in precedenza si può operare sui cationi presenti. Questo metodo è usato con le zeoliti-A per separare idrocarburi ciclici e ramificati da alcani a catena lineare (paraffine). Quando gli ioni Na+ vengono sostituiti da ioni Ca2+ l’apertura dell’accesso ai pori aumenta. Quando circa un terzo degli ioni Na+ è stato rimpiazzato molti idrocarburi a catena lineare possono essere adsorbiti mentre quelli ramificati sono troppo grandi per penetrare.

Il processo è utilizzato industrialmente per separare idrocarburi nella produzione di detergenti. Anche il petrolio può essere purificato rimuovendo frazioni a catena lineare e basso numero di ottano (Figura).

 

A -196 °C l’ossigeno viene liberamente adsorbito dalla zeolite-A (nella forma Ca) mentre N2 non penetra. Le due molecole non sono molto diverse come dimensioni: l’ O2 ha un diametro di 346 pm, mentre N2 di 364 pm. Quando T aumenta l’adsorbimento di N2 aumenta sino a un massimo attorno ai -100 °C. La ragione principale è ritenuta essere legata alle vibrazioni degli atomi di O della finestra di ingresso. 

In un intervallo di 80-300 K ci si aspetta una variazione della dimensione dovuta alle vibrazioni di 10-20 pm e una conseguente variazione delle dimensioni delle aperture di 30 pm, sufficiente ad escludere l’ingresso di N2 a basse temperature.

Un altro metodo usato per controllare in modo selettivo l’apertura dei pori è la variazione del rapporto Si/Al. Un aumento della quantità di Si ha l’effetto di diminuire di poco la dimensione della cella e quindi quella delle cavità, ridurre il numero di cationi liberando quindi i canali, e rendere la zeolite più idrofobica. Le zeoliti idrofobiche possono in linea di principio essere usate per rimuovere molecole organiche da soluzioni acquose con un uso potenziale in vari campi (rimozione di sostanze tossiche dal sangue, rimozione di alcol nella produzione di bevande analcoliche, produzione di caffè decaffeinato, ecc.).

 

 

Zeoliti come catalizzatori. La applicazione forse più importante delle zeoliti è in catalisi. E' nota la necessità di ottenere catalizzatori ad elevata area superficiale e le zeoliti da questo punto di vista sono uniche. Permettono infatti di trattare sino a 100 volte la quantità di molecole che si possono assorbire su un catalizzatore amorfo tradizionale. Le zeoliti possono essere ottenute cristalline e la loro sintesi è altamente riproducibile: non mostrano quindi tendenza a variare la attività catalitica in funzione della preparazione del catalizzatore. Infine, la possibilità di agire da setacci molecolari consente una selezione delle molecole che possono accedere ad un sito attivo. Quest’ultima proprietà è particolarmente importante ed è nota come selettività di forma (shape selectivily).

 

L’attività catalitica di zeoliti prive di cationi è attribuita alla presenza di siti acidi che derivano dalle unità tetraedriche [AlO4] nella struttura. Queste possono comportarsi da siti acidi di Brönsted o di Lewis. Le zeoliti sono sintetizzate di solito con ioni Na+ per bilanciare le cariche negative del reticolo; gli ioni Na+ possono facilmente venire sostituiti da protoni per reazione di scambio diretto con una soluzione acquosa, dando luogo alla formazione di siti acidi di Brönsted

In alternativa, se la zeolite non è stabile in soluzione acida, si prepara il sale della zeolite con lo ione ammonio, NH4+, e si scalda in modo da rimuovere l’ammoniaca lasciando il protone all’interno. Se si riscalda ulteriormente si rimuove acqua dal sito acido di Brönsted lasciando uno ione Al3+ tri-coordinato con tipiche proprietà di accettore di coppie elettroniche (acido di Lewis). Lo schema di formazione di queste specie è mostrato in Figura.

 

La superficie di una zeolite può quindi presentare siti acidi sia di Brönsted che di Lewis o entrambi a seconda della preparazione. I siti di Brönsted sono convertiti in quelli di Lewis a temperature superiori ai 600 °C.

Non tutte le zeoliti sono usate in forma priva dei cationi o in forma acida. E' comune sostituire gli ioni Na+ con ioni La3+ o Ce3+. Questi ioni si dispongono nella struttura in modo da neutralizzare tre cariche negative di altrettanti tetraedri [AlO4]-. La separazione di carica genera un forte campo elettrostatico nella cavità. Questo può risultare abbastanza forte da polarizzare o addirittura ionizzare il legame C-H di una molecola adsorbita.

Una delle primi applicazioni delle zeoliti nel campo della catalisi eterogenea è stata legata all’uso di zeoliti sostituite da terre rare per processi di cracking del petrolio negli anni ‘60. Il petrolio viene prima separato per distillazione in frazioni leggere e pesanti di idrocarburi e le frazioni pesanti sono ulteriormente trattate in processi di cracking su catalizzatori per dare benzine.

Uno schema di processo in un impianto di cracking di idrocarburi a letto catalitico fluido è mostrato in Figura.

Il meccanismo esatto con cui avviene il processo non è completamente chiaro anche dopo alcuni decenni di intensa ricerca. Si è notato che l’attività catalitica dipende da vari parametri tra cui il contenuto di Al nella zeolite; agendo su questo parametro si possono avere variazione di tre ordini di grandezza sulla attività (Figura). 

 

La Figura mostra l’attività relativa nel cracking di n-esano di zeoliti ZSM-5 al variare del contenuto di Al nel reticolo.

 

Un terzo uso delle zeoliti in catalisi si basa sulla sostituzione degli ioni Na+ con ioni di metalli di transizione come Ni2+, Pd2+ o Pt2+. Questi vengono poi ridotti in sito in modo da formare atomi neutri depositati nel reticolo. Il materiale risultante mostra le proprietà di un catalizzatore metallico supportato, ma con una enorme dispersione del metallo.

 

Una via alternativa per raggiungere lo stesso scopo è quella di adsorbire per via fisica un composto inorganico volatile seguito da decomposizione termica: Ni(CO)4 può venire adsorbito nella zeolite-X e quindi decomposto per blando trattamento termico a dare una fase finemente dispersa di nichel atomico o quasi atomico nelle cavità. Questo materiale è risultato essere un buon catalizzatore per la conversione di CO in metano:

CO + 3H2 → CH4 + H2O

 

Ci sono tre tipi di catalisi selettiva per forma (Figura):

selettività sui reagenti: solo le molecole con dimensioni più piccole di un valore critico possono entrare nei pori e raggiungere i siti attivi. Ad esempio, un idrocarburo lineare può venire assorbito e uno ramificato no.

selettività sui prodotti: solo i prodotti di una certa dimensione possono lasciare i siti attivi e diffondere attraverso i canali come illustrato nella Figura seguente per il caso dello xilene. Si possono formare tre isomeri nelle cavità zeolitiche, ma solo la forma para- è in grado di uscire.

selettività sullo stato di transizione: alcune reazioni non avvengono in quanto lo stato di transizione (complesso attivato) richiede più spazio di quanto non sia disponibile nelle cavità. Un esempio è quello illustrato in Figura della trans-alchilazione dei dialchilbenzeni.

 

Un esempio di selettività catalitica legata ai reagenti è la reazione di deidratazione del butanolo. Se si disidratano il n-butanolo o l’i-butanolo in una zeolite si possono avere differenze nei prodotti formati:

CH3CH2CH2CH2OH → CH3CH2CH=CH2 + H2O

CH3CH2CH(OH)CH3 → CH3CH=CHCH3 + H2O

 

 

La zeolite-X ha aperture tali da consentire l’entrata di entrambi i reagenti i quali danno la conversione ad alchene. La zeolite-A, viceversa, ha la caratteristica che mentre la deidratazione dell’alcol lineare avviene con facilità, l’alcol ramificato praticamente non reagisce. I risultati sono mostrati in Figura.

Si noti che alle alte temperature la curva dell’isobutanolo nella zeolite-A comincia a crescere. Ciò è dovuto al fatto che aumentano le vibrazioni reticolari aumentando un po' le aperture dei pori.

La modesta conversione a basse temperature è dovuta interamente a reazioni che avvengono all’esterno della zeolite.

Nella reazione di catalisi acida della trans-alchilazione del dialchilbenzene uno dei gruppi alchilici viene trasferito da una molecola all’altra. Questa reazione bimolecolare comporta uno stato di transizione in cui si forma difenilbenzene. Da questo intermedio si può passare, mediante una dissociazione, all’isomero 1,2,4 o a un isomero 1,2,5 del trialchilbenzene insieme al monoalchilbenzene. Quando il catalizzatore usato è la mordenite lo stato di transizione per la formazione dell’isomero 1,3,5 è troppo grande rispetto alla dimensione della cavità e si ha una resa al 100% dell’isomero 1,2,4 (vedi Figura precedente, caso c).

Uno degli usi industriali della ZSM-5 sta nella produzione di 1,4 (para) xilene. Si tratta di un esempio tipico di selettività sui prodotti. Gli xileni sono ottenuti per alchilazione del toluene con metanolo (Figura).

 

La selettività della ZSM-5 è dovuta alle diverse cinetiche di diffusione degli isomeri attraverso i canali. La diffusione del p-xilene è circa 1000 volte superiore a quella degli altri isomeri. Va ribadito che un ausilio molto importante nella progettazione di nuove zeoliti e nello studio della loro attività catalitica è quello della grafica al computer e dei programmi di dinamica molecolare. Esiste attualmente una intensa attività in questo campo.