CHIMICA
STRUTTURALE DEI SOLIDI INORGANICI Introduzione Per una serie di ragioni storico-culturali sembra logico anteporre ad ogni discussione della struttura e del legame nei solidi inorganici alcuni fondamenti di geometria e topologia: (i)
E’ consuetudine discutere le strutture cristalline e molecolari
in termini di altre strutture note (strutture
di riferimento). E’ importante conoscere perché alcune
strutture apparentemente ragionevoli non abbiano riscontro reale. Studi
sistematici sui possibili tipi
strutturali non sono numerosi; esamineremo qui i più semplici sistemi
di punti connessi e l’impaccamento compatto di sfere uguali come parti
essenziali di questa analisi di base.
La conoscenza dei tipi possibili di reticoli 3D aiuta a
razionalizzare molte strutture reali, ritrovando caratteristiche comuni.
(ii)
Molte strutture cristalline e molecolari rappresentano un
compromesso tra richieste conflittuali di impaccamento di atomi di tipo
diverso. Gli studi dei tipi più semplici di strutture per composti AmXn
in cui gli atomi X sono impaccati compatti, e di strutture derivanti
dall’unione di tetraedri e ottaedri rivelano interessanti restrizioni
sugli angoli di legame che sono di rilievo
nella discussione di semplici strutture, come ad esempio il
rutilo e il corindone.
(iii)
La descrizione delle strutture ioniche parte di solito dalla
considerazione dell’environment degli ioni individuali (la relazione
dei poliedri di coordinazione con le dimensioni ioniche relative).
Tuttavia il poliedro di coordinazione energeticamente preferito da uno
ione può essere impossibile geometricamente in una struttura 3D. Per
esempio, troviamo la coordinazione cubica in due strutture ioniche
semplici (CsCl e CaF2) invece di una coordinazione
antiprismatica o dodecaedrica. Questi due poliedri di coordinazione otto
non sono possibili in strutture 3D AX o AX2, ma sono presenti
in strutture più
complesse dove le restrizioni geometriche sono meno severe.
(iv)
sottolineare. Per esempio, la struttura
della molecola di P4O10 può essere illustrata
nelle tre forme riportate (vedi Figura): (a) sticks and balls, per
sottolineare la disposizione dei legami attorno agli atomi;
(b) poliedri di coordinazione dei fosfori; (c) impaccamento
compatto di sfere.
(v)
Mentre alcune
strutture sono associate in modo più o meno esclusivo con un
particolare tipo di legame (per esempio, la struttura del rutilo per
ossidi e fluoruri essenzialmente ionici AX2), altre semplici
strutture AmXn non sono indicative di un particolare tipo di legame. Per
esempio, la struttura NaCl viene adottata non solo da ossidi e alogenuri
ionici, ma anche da specie come nitruri e carburi di metalli di
transizione e da alcuni composti intermetallici. E’ preferibile
descrivere le semplici strutture AmXn come entità
geometriche piuttosto che tipiche strutture ioniche, covalenti o
metalliche.
Il modo comune di
descrivere le strutture, che fornisce tutte le informazioni neecessarie,
è quello di riferire la struttura alla cella unitaria (descrizione cristallografica). La
struttura è data dai parametri di cella
e dalle coordinate degli atomi indipendenti contenuti in cella.
Spesso però una tale descrizione non fornisce una immagine
soddisfacente della struttura in tre dimensioni, particolarmente nel
caso dei composti inorganici non molecolari. Esiste un problema sia di
visualizzazione, sia di razionalizzazione. Possiamo
individuare tre
approcci differenti per descrivere le strutture cristalline,
da usarsi a seconda dei casi:
(alti
numeri di coordinazione)
Þ
sistemi metallici – ionici
(medi
numeri di coordinazione)
Þ
sistemi ionici
(bassi
numeri di coordinazione)
Þ
sistemi covalenti.
Cominciamo
con l’impaccamento di sfere.
Impaccamenti periodici di sfere
uguali
Densità
degli impaccamenti di sfere
a
a
Le
celle unitarie hanno valori di Z, rispettivamente, di
1, 1, 2, 2, 4.
Impaccamenti bidimensionali
Impaccamento cubico semplice
Per
la coordinazione 6 l’impaccamento più simmetrico in tre dimensioni è
il cubico semplice. Si può derivare dalla sovrapposizione di strati
quadrati di sfere. Poco più di metà dello spazio è occupato dalle
sfere. Ogni sfera è in contatto con sei altre situate ai vertici di un
ottaedro; i contatti avvengono lungo gli spigoli del cubo unitario (Figura,
a sinistra). Il gruppo spaziale dell’impaccamento è Pm3m. Non vi sono contatti di sfere lungo le diagonali di faccia o di corpo. Il basso numero di coordinazione e la bassa densità rendono la struttura non adatta per i metalli; il solo caso noto è quello dell’ a-Po. Il mercurio, tuttavia, cristallizza con una struttura strettamente collegata, che può essere derivata dall’impaccamento cubico semplice per stiramento lungo una diagonale di corpo (direzione [111]) in modo tale che il cubo diventa un romboedro (con angoli interassiali di 70.5° invece di 90°). Gli atomi mantengono una coordinazione 6. Tra gli impaccamenti di sfere con c.n. < 12, l’esagonale semplice (c.n. 8) non ha grande importanza come struttura cristallina (Figura, a destra).
Impaccamento cubico a corpo centrato
Un
arrangiamento più denso con lo stesso c.n. di gran lunga più
importante è l’impaccamento cubico a corpo
centrato (bcc).
Le sfere occupano i vertici e il centro della cella unitaria cubica, e
sono in contatto solo lungo le diagonali di corpo. Questo tipo
strutturale, di densità 0.6801, è adottato da un gran numero di
metalli (Figura). Il gruppo spaziale è Im3m.
Benchè
ciascuna sfera sia in contatto diretto con solo 8 altre sfere,
presenta però altri 6 vicini successivi ad una distanza maggiore
di solo il 15%. Per l’atomo centrale questi 6 vicini sono quelli al
centro delle 6 celle adiacenti. Se il numero di coordinazione fosse
definito in termini del dominio
poliedrico di un atomo avrebbe un valore di 14 per questa
struttura, con il poliedro corrispondente all’ottaedro
troncato (vedremo in seguito).
Un
modo alternativo di considerare questo impaccamento è collegato al
problema di trovare poliedri
che riempiono lo spazio (space-filling polyhedra). Mentre è
noto che non si può riempire lo spazio solo con tetraedri regolari,
esistono strutture descritte con l’uso di tetraedri irregolari come
poliedri space-filling. L’impaccamento bcc
è la più semplice di tali strutture. Ci si riferisce a questi
tetraedri come a dei tetraedri di Sommerville.
La Figura mostra come tali tetraedri (le cui facce sono triangoli
isosceli) siano correlati all’impaccamento bcc
(a sinistra si vede anche
sovrapposta alla cella cubica corpo centrata la cella primitiva
romboedrica, con
a =
109.47°).
Benchè l’impaccamento bcc sia meno denso degli impaccamenti compatti e quindi contenga più spazio libero, non troviamo strutture 'interstiziali' basate su tale arrangiamento (a parte strutture particolari come l’a-AgI), in netto contrasto con le numerose strutture interstiziali nei compatti. La ragione è che, sebbene gli interstizi nelle strutture bcc siano più numerosi, essi non sono indipendenti come negli impaccamenti compatti. Tali interstizi consistono in cavità tetraedriche e ottaedriche distorte. Le prime (i tetraedri di Sommerville, vedi Figura precedente) sono raggruppate in gruppi di quattro all’interno di ogni cavità 'ottaedrica'. A causa della stretta vicinanza delle cavità tetraedriche, che sono più grandi delle cavità ottaedriche, solo ¼ di esse può essere occupato simultaneamente (ciò porta ad avere un atomo interstiziale collocato un poco fuori dal centro di ogni faccia della cella cubica). Cavità degli impaccamenti bcc di sfere
Detta
c l’altezza della cella
(tetragonale) ed a il lato
della base quadrata, vi sono due casi:
a2/2
+ c2/4 = c2,
c : a = Ö2/Ö3 per c.n = 10, oppure a2/2
+ c2/4 = a2, c : a = Ö2
per c.n = 12.
Solo
un metallo (Pa) cristallizza con la struttura tetragonale a c.n. 10
(densità = 0.6981, un poco maggiore del bcc).
Il secondo caso (c.n. = 12) non è altro che un impaccamento compatto fcc.
Impaccamenti compatti
Comunemente il
primo approccio a questo argomento parte dall’impaccamento compatto in
un piano (ne abbiamo già parlato). Strati compatti di sfere possono
essere sovrapposti in diversi modi . Si realizza un impaccamento
compatto (massimo numero di contatti per ciascuna sfera)
se ciascuna sfera ne tocca altre tre in strati adiacenti,
realizzando così un numero totale di contatti di 12 (3 + 6 + 3). Val la
pena di notare che questo approccio tradizionale maschera un fatto
importante. Benchè sia vero che l’impaccamento in
ogni strato è evidentemente il più denso possibile, non si
può però assumere che questo valga
anche per gli arrangiamenti tridimensionali che si possono
realizzare sovrapponendo tali strati. Le
ragioni dell’incertezza si comprendono se esaminiamo il problema in
modo diverso. Tre sfere sono evidentemente impaccate in modo più
compatto in un triangolo, e una quarta sfera realizzerà il massimo
numero di contatti (3) se forma un tetraedro. Ci possiamo aspettare
quindi di realizzare il più denso impaccamento continuando a mettere
sfere sopra gruppi triangolari, ottenendo un sistema di tetraedri,
ciascuno con le sue facce in comune con quattro altri tetraedri.
Tenteremmo in questo modo di creare un arrangiamento
space-filling di tetraedri, ma ciò non è possibile. Non è possibile
cioè riempire lo spazio di soli tetraedri regolari perché l’angolo
diedro di un tetraedro regolare (70°32’) non è un esatto
sottomultiplo di 360°.
Supponiamo, in alternativa, di continuare a
porre sfere attorno ad una sfera centrale (avendo tutte le sfere lo
stesso raggio). Il massimo numero di sfere che si possono porre a
contatto con la sfera centrale è 12. Infatti vi è più
che sufficiente spazio per porre 12 sfere uguali a contatto, ma non
sufficiente per una tredicesima sfera. Vi è quindi un numero infinito
di modi di disporre le 12 sfere, dei quali il modo più
simmetrico è di metterle ai vertici di un icosaedro
regolare, il solo solido regolare a 12 vertici. La lunghezza
di un lato di un icosaedro regolare è ca. un 5% maggiore della distanza
centro-vertice, così che una sfera del primo guscio delle 12 è a
contatto solo con la sfera centrale. (Alternativamente, se le 12 sfere
dell’icosaedro sono a contatto, ciascuna con le 5 che la circondano,
la sfera centrale dovrebbe avere un raggio più piccolo, pari al 90.2%).
L’arrangiamento
icosaedrico di sfere non porta ad una struttura tridimensionale
periodica, anche se è sufficiente interessante per meritare qualche
commento. Si conoscono diversi altri impaccamenti di sfere che non sono
periodici in tre dimensioni ma possono riempire lo spazio con alta
densità (vedi in Figura un impaccamento basato su un asse C5).
Uno di tali impaccamenti
non cristallografici, per esempio, ha una densità di 0.7341.
Poiché l’arrangiamento più simmetrico di 12 vicini (il gruppo di coordinazione icosaedrico) non porta al più denso impaccamento 3D, ci si può chiedere quale degli infiniti arrangiamenti di 12 sfere possa dare impaccamenti più efficienti, e quale sia il limite superiore di densità di impaccamento di sfere rigide.
Barlow nel 1883 trovò che due gruppi di coordinazione (a 12 sfere) portano a impaccamenti infiniti di sfere che hanno la stessa densità (0.7405). Questi due arrangiamenti sono il cubottaedro e la figura correlata (cubottaedro geminato) ottenuta per riflessione di una metà del cubottaedro (Figura).
E’
però ancora da dimostrarsi che la densità
0.7405 non possa essere superata.*
Impaccamenti di sfere basati su strati compatti
In
uno strato compatto ogni sfera è in contatto con altre sei. Quando
questi strati vengono sovrapposti parallelamente uno sull’altro, il
numero di contatti addizionali
(su ambo i lati) potrà essere 1, 2, o 3, a seconda che i centri delle
sfere negli strati adiacenti cadano sopra (o sotto) punti come
A, D, o B
(o C) rispettivamente (Figura).
Conviene
fare riferimento a tali strati come a strati A,
D, B, o C.
Vi sono tre posizioni D relative
a una data sfera, D’, D’’, e D’’’
(i punti diametralmente opposti – indicati tra parentesi – sono posizioni
di altre sfere dello stesso strato). Se la stessa relazione vettoriale viene
mantenuta tra coppie successive di strati non ha importanza se la sequenza è AD’,
AD’’, o AD’’’, ma se
si combinano queste traslazioni si possono ottenere strutture diverse. Cioè
le sequenze AD’AD’ ..., AD’’AD’’…,
AD’’’AD’’’…,
rappresentano la stessa struttura, ma AD’AD’’...
etc. rappresenta una
struttura diversa. Vi
sono solo due posizioni del tipo B o
C,
perché tutte e tre le posizioni B (o
C) in Figura sono posizioni di sfere
nello stesso strato. Le posizioni B e
C sono equivalenti per quanto
riguarda la relazione tra due strati adiacenti, cioè le sequenze ABAB
... e ACAC... rappresentano
la stessa struttura, ma ABAC...
e altre sequenze, che implicano miscele di strati B
e C rappresentano strutture diverse.
Il numero totale di contatti (numero di coordinazione,
c.n.) può quindi variare da 8 a 12, cioè da (6 + 1 + 1) a (6 +
3 + 3), in funzione della sequenza di sovrapposizione degli strati. Di
questi tipi di impaccamento solo quelli con c.n. di 8, 10, e 12 si
trovano in cristalli reali. Coordinazione
8.
La sequenza degli strati è A A A ... Questo impaccamento in cui gli strati cadono verticalmente
uno sull’altro senza spostamento laterale è l’impaccamento esagonale
semplice.
Coordinazione
10. Questa si può ottenere in due modi: (a) con un contatto di
tipo D con entrambi gli strati adiacenti (6 + 2 + 2) o (b) con un
contatto di tipo A da una
parte e un contatto B (o C) dall’altra (6 + 1 + 3). Vi è un numero infinito di strutture possibili sia
per (a) che per (b). Al caso (a) appartiene l’impaccamento tetragonale
I, di cui abbiamo parlato prima.
Coordinazione
12. La
sequenza di strati può essere una qualsiasi combinazione di
A, B, e C purchè non vi siano due
strati adiacenti dello stesso tipo. Le due possibilità più
semplici sono quindi AB AB ... e
ABC ABC ... Delle quattro classi principali di sequenze di strati, solo quelle
I metalli non cristallizzano nell’impaccamento
esagonale semplice AAAA ... perché
basta un piccolo spostamento relativo per raggiungere una struttura a
coordinazione 10 o 12. Le strutture (6 + 2 + 2) presentano qualche
esempio, come i disiliciuri (MoSi2, CrSi2, TiSi2)
e un metallo (Pa), ma molti metalli preferiscono formare una o l’altra
delle sequenze più compatte.
In generale non ci si aspetta di trovare strati adiacenti direttamente sovrapposti;
le
uniche eccezioni implicano la presenza o di atomi nelle cavità (trigonali
prismatiche) o di atomi di Le ragioni della grande importanza delle strutture più compatte è che in molti alogenuri, ossidi e solfuri gli anioni sono apprezzabilmente più grandi degli ioni metallici e sono disposti secondo uno dei due impaccamenti più compatti (AB AB ... e ABC ABC ...). Gli ioni metallici (più piccoli) occupano gli interstizi tra gli strati anionici compatti. Invece in una diversa e ampia classe di composti, cioè i boruri, carburi e nitruri interstiziali, gli atomi non metallici occupano interstizi tra gli strati compatti formati dai metalli. |