Dalle molecole ai solidi
Angew.
Chem. Int. Ed. Engl. 26
(1987) 846
How
Chemistry and Physics Meet in the Solid State
by
Roald Hoffmann
Department
of Chemistry and Materials Science Center
Cornell
University, Baker Laboratory
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E’ il titolo di un famoso articolo del Premio Nobel per la Chimica
Roald Hoffmann, che, con i sui brillanti allievi, ha dato un notevole impulso allo
studio del legame e delle proprietà nei solidi sulla base di un approcchio
molto più familiare ai chimici, quale il metodo degli orbitali molecolari
applicato a sistemi estesi.
Orbitali e bande in una dimensione
Per iniziare, consideriamo i livelli energetici di molecole coniugate
lineari. Utilizzando il metodo MO di Hückel e risolvendo le equazioni secolari
|Hij –E| = 0 per il sistema p
troviamo per l’etilene e l’allile gli schemi seguenti
con
a
= Hii
(integrale Coulombiano) e b
= Hij (i ¹ j, integrale di
scambio). L’estensione a catene più lunghe è illustrata nella
Figura seguente.
Generalizzando, le espressioni per le energie e per i coefficienti orbitalici
di una catena monodimensionale con n orbitali p
sono:
Ej =
a
+ 2b cos jp/(n
+ 1),
j = 1, 2, 3, ...., n
cjr = [2/(n + 1)]
sin rjp/(n + 1)
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per il centro erresimo.
Il
numero di nodi delle funzioni d’onda cresce di uno a ogni aumento
dell’energia orbitalica. Per n ®
¥
si ottiene una collezione infinita di orbitali, con limite inferiore Emin
= a + 2b
( coeff. orbitalici tutti in fase) e limite superiore Emax
= a – 2b
(coeff. orbitalici tutti in opposizione di fase). La banda di energia ha una
ampiezza W = |4b|. Probabilmente
però il modo più utile di passare dalle molecole ai solidi (monodimensionali)
è quello di estendere i risultati ottenuti per molecole cicliche. Realizziamo
così la condizione periodica al contorno di Born-von Karman, che abbiamo
utilizzato nel modello degli elettroni liberi per i metalli monodimensionali.
Per n atomi vi saranno n livelli energetici le cui energie sono date da
Ej = a
+ 2b cos 2jp/n,
j (n pari)= 0, ±1, ±2,...., ±n/2, j
(n dispari) = 0, ±1, ±2,...., ±(n-1)/2
|
In un solido n è molto grande ed è quindi più conveniente riscrivere l’equazione
introducendo un nuovo indice k, che porta a
dove a è il periodo della catena, o meglio, la dimensione
della cella unitaria, e k = 2jp/na
è il vettore d’onda, che può variare in modo continuo nell’intervallo
-p/a < k
< p/a o |k|
≤ p/a.
Nella seguente Figura è illustrata la transizione dal caso finito, 5 o 15 atomi
di una ipotetica molecola ciclica (-CH-)n, al caso infinito. L’uso
di indici j > jmax genera livelli energetici già
derivati per valori j < jmax, cioè ridondanti.
Analogamente l’uso di valori |k| > p/a
non porta a nuove informazioni. Come sappiamo, i livelli nell’intervallo -p/a
< k < p/a
si trovano nella prima zona di Brillouin. Per quanto riguarda le funzioni d’onda di questo sistema infinito si
possono usare espressioni analoghe a quelle del caso molecolare.
La teoria dei Gruppi rende facilmente accessibile la costruzione
degli
orbitali molecolari di una molecola ciclica. In generale per un gruppo puntuale G
con operazioni gÎ G, si può generare una
combinazione lineare di simmetria (SALC, Symmetry
Adapted Linear
Combination) di orbitali atomici, tale che per la
k-esima rappresentazione irriducibile sarà
y k = å
g c k(g) g
f1
dove f1
è un membro del set di orbitali di base e c k(g)
è il carattere della k-esima rappresentazione irriducibile per la g-esima
operazione.
Nel caso del solido, tenendo conto del gruppo di simmetria traslazionale
T
con operazioni tÎ T, avremo analogamente
come funzioni d’onda
y k = å
t c k(t) t
f1(r)
= å t eik.R
ft(r - Rt)
Si tratta del gruppo infinito di tutte le traslazioni tÎ
T, e vi sono corrispondentemente infiniti valori di k. Rt
è un vettore di traslazione del reticolo 1D reale che sposta la funzione f1;
ft(r - Rt)
è un orbitale equivalente per traslazione a f1,
infatti
t f1(r)
= ft(r - Rt)
Le funzioni di simmetria y k sono le
funzioni di Bloch. Nel solido li chiameremo orbitali cristallini (crystal
orbitals) invece che molecolari. Come nel caso delle molecole cicliche
(Figura), tutti i livelli energetici
della catena monodimensionale sono bidegeneri (per i valori ±
k), cioè E(k) = E(-k).
La dispersione delle energie E(k) in funzione di k rappresenta la banda
di energia. Ci basterà considerare la parte corrispondente a 0 < k <
p/a. L’estremità superiore della banda coincide con k =
p/a, quindi cos ka = -1 e E = α
- 2β; l’estremità inferiore corrisponde a k =
0,
quindi cos ka = 1 e E = α
+ 2β
(vedi Figura).
Le funzioni di Bloch corrispondenti sono illustrate in
Figura (sotto, a
sinistra legante, k = 0, a destra antilegante, k = p/a).
Accanto al diagramma di dispersione dell’energia sono riportate la curva
densità degli stati e la curva COOP (Crystal
Orbital Overlap
Population). La curva DOS(E) mostra che la densità
degli stati è massima agli estremi della banda di energia ed è minima al
centro; è cioè proporzionale a [dE(k)/dk]-1. La curva COOP è un idicatore di legame nel solido e corrisponde,
per il solido, all’analisi della popolazione di overlap di
Mulliken.
Caratteristica generale delle curve COOP è che le regioni positive sono
leganti, mentre quelle negative sono antileganti.
Sappiamo che la spettroscopia
fotoelettronica è un buon metodo per
analizzare i livelli energetici sia nelle molecole che nei solidi.
Lo spettro
della ‘banda s’ di un idrocarburo a lunga catena
(Figura) mostra che la
curva DOS calcolata è essenzialmente corretta.
Vediamo ora in maggiore dettaglio alcune caratteristiche delle bande. |

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Andamento delle curve di dispersione
E(k). L’algoritmo di costruzione
delle funzioni di Bloch si applica in generale. Per una catena di atomi di H è
chiaro che E(k = 0) < E(k = p/a).
H—H—H—H—H—H
L’andamento di E(k) è dello stesso tipo di quello di una catena di
orbitali pπ di un idrocarburo.
Anche per una catena di atomi metallici che utilizza orbitali dz2
si ha una curva E(k) dello stesso tipo (vedi Figura). La differenza nei
tre casi
dipende solo dai diversi valori dell’integrale β.
Se consideriamo però una catena di orbitali
p σ
abbiamo le stesse combinazioni per simmetria traslazionale, ma in questo caso è
chiaramente per k = 0 che si ha la massima energia, corrispondente al modo più
antilegante di formare una catena di orbitali p (Figura).
Ampiezza
delle bande. Un aspetto molto importante delle bande è la loro
ampiezza W, la differenza energetica tra il
livello inferiore e quello superiore della banda.
Cosa
determina l’ampiezza di banda?
Gli stessi fattori che
influenzano lo splitting dei livelli in una molecola dinucleare, etilene
o H2,
e precisamente, la natura degli atomi e degli orbitali coinvolti
(abbiamo visto che W = 4β) e
la sovrapposizione tra gli orbitali interagenti (in un
polimero la sovrapposizione è quella tra celle unitarie vicine).
Maggiore è la
sovrapposizione tra vicini, maggiore è l’ampiezza di banda.
La Figura
illustra in dettaglio questo effetto per una catena di atomi di idrogeno, con distanze tra i primi vicini di 3, 2, e 1 Å. |
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Il fatto che le bande si estendano in modo asimmetrico attorno alla loro
"origine", l’energia di un atomo di H libero è a -13.6 eV, è una
conseguenza associata con l’inclusione nei calcoli della sovrapposizione. Per
i due livelli di una molecola dinucleare le energie sono
La combinazione legante E+ è meno stabilizzata di quanto
sia destabilizzata la antilegante E-.
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Un esempio di analisi delle bande (da R. Hoffmann)
Cerchiamo ora di analizzare la struttura a bande di una specie
monodimensionale. Alcuni esempi suggeriti da Hoffmann sono sotto illustrati (Figura).
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Consideriamo il caso 3, una serie impilata di complessi quadrato
planari d8 PtL4 di PtII. I tetracianoplatinati
‘normali’, K2[PtCN)4], presentano di fatto una tale
disposizione allo stato solido, con una relativamente poco interessante distanza
Pt-Pt di ≈ 3.3 Å. Molto più interessanti sono delle specie parzialmente ossidate, come K2[Pt(CN)4Cl0.3]
e K2[Pt(CN)4(FHF)0.25].
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Anche questi
complessi sono impilati, ma sono sfalsati (staggered), con un contatto Pt-Pt molto più
corto, di 2.7-3.0 Å.
Le due specie (che indichiamo con
E ed S, rispettivamente)
sono confrontate in Figura.
E’ stato dimostrato che la distanza Pt-Pt è
inversamente proporzionale allo stato di ossidazione del Pt. |

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Cerchiamo di prevedere
qualitativamente la struttura a bande
approssimativa delle due catene, senza calcoli, ma seguendo dei criteri
generali. Non dobbiamo preoccuparci troppo della natura dei leganti L, ma
poichè è essenziale la geometria quadrato planare, immaginiamo di sostituirli
con più semplici leganti H-. Cominciamo con la specie
E, la cui
cella unitaria contiene l’unità chimica PtL4, mentre in S questa
è raddoppiata, [(PtL4)2].
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Partendo dall’analisi del monomero e dei suoi orbitali di frontiera con gli
strumenti della teoria classica del
campo cristallino o degli orbitali
molecolari per un complesso quadrato planare avremo l'atteso splitting degli
orbitali d con quattro orbitali più
stabili
(Figura). Con 16 elettroni
saranno occupati dz2, dxz, dyz, e dxy mentre sarà vuoto
dx2-y2. In competizione col dx2-y2 destabilizzato
dal campo dei leganti per la posizione di LUMO c’è l’orbitale metallico pz.
Questi due orbitali possono essere modificati: leganti p-accettori
spingono giù pz, mentre p-donatori
lo spingono in alto. Migliori s-donatori
spingono dx2-y2 in su. |
Costruiamo ora il polimero. Ogni MO del monomero genera una banda. Ci
potrebbere essere qualche mescolamento di orbitali per simmetria nel polimero (e.g.,
s, pz e dz2 hanno simmetria diversa nel monomero, ma
alcuni loro MO nel polimero sono di uguale simmetria). Ma come ipotesi di
partenza potremmo ignorare questi effetti. |
Per prima cosa, facendo una stima "chimica" possiamo
ipotizzare che le ampiezze delle bande saranno (Figura): larghe per le
bande da dz2 e pz, medie per le bande da dxz
e dyz, strette per le bande da dx2-y2 e dxy.
Queste considerazioni derivano dal fatto che il primo gruppo di interazioni (pz,
dz2) è di tipo s,
quindi ha grande sovrapposizione tra le celle unitarie.
Il set dxz e dyz
presenta una sovrapposizione media di tipo p,
mentre i due orbitali dx2-y2 e dxy danno interazioni di
tipo d. |

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E’ anche facile prevedere l’andamento delle bande. Costruiamo le funzioni
di Bloch al centro della zona (k = 0) e al limite della zona (k = p/a).
In Figura è rappresentata solo una delle funzioni degeneri
p
e d.
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Si vede subito che le bande dz2 e dxy avranno un andamento
crescente dal centro della zona (k = 0, combinazione più legante), mentre le
bande pz e dxz saranno decrescenti (k = 0, combinazione più
antilegante). Combinando le informazioni sulle ampiezze e sulle topologie orbitaliche la
struttura a bande emergente è quella in Figura.
Per fare una stima più realistica delle ampiezze di banda occorrerebbe un
calcolo delle diverse sovrapposizioni, che dipende dalla separazione Pt-Pt. La struttura a bande, ottenuta da
un calcolo di tipo
extended Hückel con
Pt-Pt = 3.0 Å, è mostrato a destra.
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Le previsioni qualitative (a sinistra) basate sulla semplice intuizione
chimica si accordano molto bene coi calcoli (a destra). Hoffmann ci tiene molto
a sottolineare questo contributo dei chimici nelle scienze dello stato solido. Ci si può ora chiedere se esistono legami tra
gli atomi di Pt. Non abbiamo ancora
utilizzato un indicatore di legame (abbiamo accennato alle curve COOP)
per le bande. Uno sguardo alle Figure precedenti però consente di stabilire che
tutte le bande inferiori sono complete mentre le due superiori sono
vuote. Poichè ogni banda di quelle piene (z2, xz, yz,
xy) è legante nella metà inferiore ed antilegante in quella superiore
(pensiamo al caso di una molecola dinucleare come He2 o Ne2)
non vi è alcun contributo legante, bensì piuttosto un netto contributo
antilegante, nelle interazioni Pt-Pt. Le ragioni per cui i complessi PtL4
non ossidati si dispongono in catene devono essere ricercate quindi nell’ambito
di forze più deboli, come le attrazioni di tipo van der Waals. Calcoli
quantomeccanici più sofisticati però, che includano contributi di interazione
orbitalica con mescolamento delle bande dz2 e pz,
potrebbero indicare qualche reale contributo di legame Pt-Pt.
La struttura a bande fornisce una pronta spiegazione del perchè la distanza
Pt-Pt diminuisce con l’ossidazione. Nel caso specifico un valore tipico
del grado di ossidazione è di 0.3 elettroni per Pt. Questi elettroni
devono provenire dalla parte superiore della banda dz2, e il grado di
ossidazione massimo comporta che la banda sia vuota per il 15%. Gli stati
svuotati sono fortemente Pt-Pt s
antileganti. Quindi la rimozione di questi elettroni determina la formazione di
un parziale legame Pt-Pt. Nel materiale ossidato il livello di Fermi si trova all’interno di una
banda. Mentre quindi i cianoplatinati non ossidati presentano un gap di energia
e sono semiconduttori o isolanti, i materiali ossidati risultano
buoni
conduttori a bassa dimensionalità, il che li rende interessanti per i fisici.
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La forma delle curve DOS è prevedibile dalla struttura a bande.
Per la
catena [PtH4]2- sono illustrate in Figura, e sono
facilmente collegabili alla struttura a bande (a sinistra).
Si noti che nell’approccio
MO ai solidi la densità degli stati DOS rappresenta la densità dei livelli
energetici. L’integrale della funzione DOS fino al livello di Fermi
corrisponde al numero totale degli MO occupati. Se moltiplichiamo per due
abbiamo il numero totale degli elettroni. |
Anche la costruzione di curve DOS approssimate può essere condotta con
semplici considerazioni basate sull’intuizione chimica. Nel caso di [PtH4]2-,
le unità monomere sono intatte nel polimero. A distanze intermedie Pt-Pt (e.g.
3 Å) le principali interazioni tra le celle riguardano gli orbitali dz2
e pz , seguite da quelle di tipo p
dxz, dyz. Tutte le altre sono trascurabili. Senza troppo preoccuparci delle aree
sottese potremmo disegnare uno sketch grossolano come quello in Figura. Il
risultato mostra un accordo di massima con le DOS calcolate.
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Facciamo una piccola digressione, considerando un vero
solido tridimensionale, il rutilo, e
applicando i criteri appena visti.
La struttura è di un tipo relativamente
comune, come sappiamo (Figura); ogni
metallo ha un intorno ottaedrico e ogni legante (e.g. O) è legato a tre
metalli.
Vi sono catene infinite di ottaedri con i
lati in comune, ma la separazione metallo-metallo è sempre
relativamente lunga. Non vi sono monomeri qui, ma solo una
architettura infinita.
Ad ogni sito ottaedrico il blocco di
orbitali d deve separarsi nelle combinazioni t2g e eg,
cioè nel modo consueto. L’unica altra cosa da considerare è che O ha
livelli 2s e 2p ben separati, e che non c’è alcuna effettiva
interazione O-O o Ti-Ti nel cristallo.
Ci aspettiamo dunque un andamento delle DOS
del tipo illustrato in Figura.
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Abbiamo evitato in questi passaggi ogni tipo di calcolo di struttura a bande.
La struttura calcolata è illustrata nella Figura seguente, e sembra complessa.
Il numero di bande è raddoppiato (i.e. 12 O 2p, 6 t2g, etc.),
semplicemente perchè la cella contiene due unità di formula, [(TiO2)2].
Vediamo che le energie sono calcolate lungo le linee nella prima zona di
Brillouin (G→X.
X→M, etc.) di cui abbiamo già parlato.
A parte le complicazioni, l’andamento delle DOS assomiglia a quello atteso.
Si vedono bande ben separate O 2s, O 2p, Ti t2g ed eg. |
Celle unitarie a più atomi
E’ opportuno a questo punto richiamare con un breve commento il fatto che
il concetto di struttura cristallina è inteso e utilizzato in modo diverso, da
un lato, dai cristallografi rispetto ad altre categorie di scienziati, quali
spettroscopisti e fisici dello stato solido. Seguiamo in questa discussione le
linee di un articolo di S.F.A. Kettle (Journal of Chemical Education,
1990, 67, 1022).
Ogni struttura cristallina ha associato un reticolo che è una
rappresentazione della simmetria traslazionale della struttura, cioè il sottogruppo
traslazionale del gruppo spaziale. Il reticolo divide il cristallo in
regioni congruenti dette celle elementari. Si usa talora dire che una
struttura cristallina ha una base, una parola che però tende ad avere un
diverso significato per le due categorie di studiosi indicate sopra, come già
accennato all’inizio del corso. Per spettroscopisti e fisici dello stato
solido la base è il "contenuto chimico" di una cella elementare primitiva.
Tutte le analisi spettroscopiche si basano su tali celle unitarie. Per esempio,
per gli spettroscopisti KNO3, che cristallizza nel gruppo spaziale Pnma
con Z = 4, ha una base di quattro unità di formula. L’applicazione di tutte
le operazioni di simmetria puramente traslazionali del gruppo spaziale
genera, da tale base, l’intero cristallo. La "base" per un
cristallografo, che non utilizza però tale termine, corrisponde ad una sola
unità di formula KNO3, cioè al contenuto chimico dell’unità
asimmetrica, da cui viene generato l’intero cristallo dall’insieme
completo delle operazioni di simmetria, non solo le traslazioni pure, del gruppo
spaziale.
Fatte queste premesse, osserviamo che per la costruzione delle bande di
energia è più opportuno, ed è ciò che viene comunemente fatto, utilizzare
una base che genera l’intero cristallo con pure traslazioni. (Quindi
attenzione che nei solidi si usano criteri diversi per razionalizzare la struttura
cristallina e molecolare di una specie rispetto alla sua struttura
elettronica.)
Nel caso esaminato della catena eclissata di atomi di Pt (specie
E), un solo
complesso monomero genera l’intera catena; si tratta di una cella unitaria con
una base singola.
Questi cianoplatinati, però, ci consentono di analizzare altri sviluppi
della teoria MO applicata ai solidi.
Infatti, nella forma ossidata le catene non sono più eclissate (specie
E) ma
sfalsate (specie S).
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