PROPRIETA’ ELETTRICHE DEI SOLIDI
Panoramica delle proprietà elettriche e dei materiali
elettrici
Le proprietà elettriche dei materiali rappresentano uno degli aspetti più
importanti della fisica dello stato solido. Tali proprietà dipendono dal tipo
di materiali (conduttori o isolanti-dielettrici) e, nel primo caso, dal fatto
che i trasportatori di carica siano elettroni o ioni. Esistono molti fenomeni
elettrici che trovano una ricca varietà di applicazioni.
Qui ci occuperemo degli aspetti chimici delle proprietà elettriche,
che principalmente riguardano le relazioni tra struttura cristallina e
proprietà.
E' utile esaminare i diversi tipi di proprietà elettriche e le principali
caratteristiche di ciascuna.
Conduttività elettronica.
Si manifesta in varia misura e diversi
meccanismi in molti tipi di materiali. E’ responsabile delle proprietà
elettriche dei metalli, superconduttori e semiconduttori. La possiamo anche
definire conduttività metallica.
La conduttività metallica ha le seguenti caratteristiche:
· una porzione consistente degli elettroni di
valenza è effettivamente libera di muoversi nella struttura ed è totalmente
delocalizzata;
· collisioni tra questi elettroni e le vibrazioni
reticolari (fononi) sono responsabili per la resistenza residua al flusso di
corrente e per gli effetti termici derivanti;
· il legame metallico e la conducibilità sono
normalmente trattati in termini di teoria delle bande;
· la conduttività metallica non è ristretta ai
metalli e alle leghe ma si ritrova anche in composti come ossidi e solfuri o in
composti organici coniugati, come poliacetileni e polianiline drogati.
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Superconduttività. Ha le seguenti caratteristiche:
· gli elettroni degli strati di valenza sembrano
essere delocalizzati;
· gli elettroni si muovono in modo
cooperativo,
probabilmente a coppie;
· non si verificano collisioni elettroni-fononi
per cui non c'è resistenza al flusso di corrente ne perdita di calore;
· fino al 1986 era ristretta a materiali a bassa
temperatura ( < 23 K), ma con 1' avvento dei superconduttori ceramici si sono
ottenuti materiali superconduttori a oltre 100 K. L'attuale record accertato
sembra essere di circa 138 K (-135 °C) nel materiale ceramico (HgBa2Ca2Cu3O8+δ).
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Semiconduttività. Ha le seguenti caratteristiche:
· è associata con un grado limitato di
conducibilità elettronica;
· è intermedia tra la
conducibilità metallica, con un elevato numero di elettroni liberi, e il
comportamento isolante in cui tutti gli elettroni sono strettamente confinati
agli atomi o ai legami tra atomi;
· si verifica in molti composti dei metalli di
transizione, nel Si e nel Ge nonché in alcuni solidi organici (es. antracene);
· può essere descritto come un processo di salti
(hopping), o con la teoria delle bande, a seconda dello specifico
materiale;
· il numero di elettroni che contribuisce alla
semiconduttività dipende dalla temperatura e dal livello di
impurezze, a
differenza dalla conducibilità metallica. L’abilità di drogare i
semiconduttori modificando le loro proprietà produce molte applicazioni ed è
alla base della moderna industria microelettronica.
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Conducibilità ionica. Si ritrova in
elettroliti solidi o in conduttori
ionici veloci ed ha le seguenti caratteristiche:
· i materiali solidi che danno luogo a questo
tipo di conducibilità hanno strutture reticolari rigide ma un certo numero di
ioni forma un sottoreticolo che possiede una notevole mobilità;
· i valori di conducibilità possono in alcuni
casi essere fino a 1 ohm-1 cm-1, come nelle soluzioni
liquide di elettroliti forti;
· gli elettroliti solidi rappresentano una
situazione intermedia tra solidi ionici tipici, in cui tutti gli ioni sono
fissi, e gli elettroliti in soluzione dove tutti gli ioni sono mobili;
· è necessario che esistano siti vuoti nella
struttura per consentire la mobilità ionica e che le corrispondenti barriere di
diffusione siano basse. Alti livelli di conduzione ionica sono rari, mentre sono
comuni livelli più modesti, specialmente in materiali non stechiometrici o
drogati.
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Materiali dielettrici. Sono caratterizzati da completa assenza di
conducibilità elettrica, sia ionica che elettronica. Il legame chimico può
essere fortemente ionico (MgO, Al2O3), fortemente
covalente (diamante) o covalente fortemente polare (SiO2). Danno
luogo ad altre proprietà come la ferroelettricità, che ha le
seguenti caratteristiche:
· è intermedia tra il comportamento degli
elettroliti solidi in cui gli ioni rnigrano su lunghe distanze e il
comportamento dielettrico in cui non c'è nessuno spostamento degli ioni dalle
posizioni regolari del reticolo;
· è associata a
piccoli spostamenti degli ioni,
dell’ordine di circa 0.1 Å, che portano alla formazione di momenti di dipolo
e a una polarizzazione del cristallo;
· è limitata a un numero ristretto di materiali,
spesso con la struttura delle perovskiti;
· è strettamente legata ai fenomeni della
piroelettricità
e della piezoelettricità. Nella prima avvengono spontaneamente
degli spostamenti ionici che variano con la temperatura. Nella seconda gli
spostamenti sono indotti da una pressione applicata, mentre nella
ferroelettricità gli spostamenti possono essere prodotti da un campo elettrico.
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In Tabella sono riportati alcuni valori tipici di conducibilità elettrica.
Questa cresce con la temperatura per tutti i materiali salvo nei metalli e nei
superconduttori.
Valori tipici di conducibilità elettrica
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Materiale |
s(ohm-1
cm-1) |
Conduzione
ionica |
Cristalli ionici |
< 10-18 - 10-4 |
Elettroliti solidi |
10-3 - 101
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Elettroliti forti (soluzioni) |
10-3 - 101
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Conduzione
elettronica |
Metalli |
10-1- 105
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Semiconduttori |
10-5- 102
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Isolanti |
< 10-12 |
Conduttività metallica: metalli organici
La conduttività dei metalli è stata già discussa in termini di teoria
delle bande. E’ stato anche già visto che, nei solidi contenenti metalli di
transizione come gli ossidi, la sovrapposizione degli orbitali genera bande di
livelli energetici per gli elettroni d; se le sovrapposizioni e il numero di
elettroni d lo consentono, si può avere conduzione metallica (es. in TiO).
Esistono però altre classi di conduttori metallici
non convenzionali,
che abbiamo già incontrato parlando delle strutture elettroniche.
La classe dei complessi organici a trasferimento di carica è già stata
descritta: si tratta di specie altamente conduttrici, definite talora ‘metalli
sintetici’, che possono diventare superconduttori a basse temperature.
Una seconda classe di conduttori organici è rappresentata dai
polimeri
insaturi coniugati. La possibilità di preparare polimeri conduttori di elettricità (metalli
organici) è certamente affascinante. Tali materiali possono infatti combinare l’alta
conduttività normalmente riservata ai metalli con le proprietà meccaniche dei
polimeri, come la flessibilità e la possibiltà di fabbricarli in forma di film
sottili. Molte ricerche sono state condotte su tali materiali negli ultimi anni,
ma, per problemi di instabilità atmosferica e di degradazione, non hanno avuto
ancora applicazioni commerciali.
Poliacetilene
drogato. I solidi organici sono
normarmente isolanti perchè gli elettroni non possono muoversi liberamente
nelle molecole.
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Fanno eccezione i sistemi coniugati con uno scheletro di doppi e
singoli legami C-C alternati, come nella grafite. Polimeri come il polietilene,
d’altra parte, sono isolanti, perchè, benchè il precursore, l’etilene,
contiene un doppio legame C-C, il polimero è saturo e contiene solo legami
singoli (Figura). |

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Un polimero, invece, potenzialmente utilizzabile come conduttore è il
poliacetilene. Il precursore acetilene contiene un
triplo legame C-C, e il
poliacetilene presenta legami singoli e doppi alternati. Di fatto, il
poliacetilene ha una modesta conduttività elettrica, 10-9 ohm-1
cm-1 (forma cis) fino a 10-5 ohm-1 cm-1
(forma trans), confrontabile con quella di
semiconduttori come Si puro. |
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I valori di conduttività sono assai bassi perchè il sistema
p
non è completamente delocalizzato nel poliacetilene. Bisogna infatti ricordarsi
di quanto detto a proposito dei metalli monodimensionali e del
teorema di Peierls.
Il polimero presenta un gap di banda di 1.9 eV. |
Una scoperta importante, di MacDiarmid, Heeger e collaboratori (1980), fu che
drogando il polimero con opportuni composti inorganici, la conducibilità cresce
in modo drammatico. Si può drogare il polimero sia chimicamente che
elettrochimicamente, per produrre materiali di tipo-p o di tipo-n.
Con droganti
come: (a) Br2, SbF5, WF6 e H2SO4,
che agiscono tutti da elettron accettori
(ossidanti) a dare, per esempio, (CH)nd+Brd-;
e (b) metalli alcalini, che agiscono come elettron
donatori (riducenti), si ottengono
conducibilità fino a 103 ohm-1 cm-1 nel
trans-poliacetilene. |

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Questi valori sono tipici dei metalli, e quindi i materiali furono chiamati
‘metalli sintetici’.
La conducibilità cresce rapidamente all’aggiunta del drogante
(Figura) e
si verifica una transizione semiconduttore-conduttore con quantità da 1 a 5
mol%.
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Il poliacetilene viene preparato per polimerizzazione catalitica dell’acetilene
in assenza di ossigeno. Si può usare un catalizzatore di
Ziegler-Natta,
costituito da una miscela di Al(CH2CH3)3 e
Ti(OC4H9)4. In un metodo l’acetilene viene
fatta gorgogliare attraverso una soluzione del catalizzatore e precipita
poliacetilene. In un altro l’acetilene è introdotta in un tubo la cui parete
interna è ricoperta da un sottile strato del catalizzatore; si forma uno strato
di poliacetilene sulla superficie del catalizzatore stesso. |

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Si desidera in
genere ottenere la forma trans, per la sua maggiore conducibilità.
Questa può essere preparata direttamente operando a 100 °C, o per
riscaldamento della forma cis, che si modifica rapidamente nella trans
per riscaldamento a ca. 150 °C. Si può drogare il materiale per esposizione
all’agente gassoso o liquido.
Non è ancora ben chiara la struttura elettronica dei
film di poliacetilene,
specialmente per quanto riguarda il meccanismo di trasferimento di elettroni tra
le catene. I film hanno una morfologia complessa con le catene che si ripiegano
su se stesse a dare entità piatte, che si sovrappongono formando le fibre.
Il modello a bande porta a ritenere che lo scheletro rimanga sostanzialmente
inalterato per bassi livelli di drogaggio e che la densità elettronica continui
ad essere distribuita in modo uniforme sugli atomi del solido.
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Di fatto, il drogaggio crea l’analogo allo stato solido di in carbocatione
o carbanione. Il carbanione (sistema di tipo-n) è illustrato in
Figura,
dove si vede come la normale alternanza di legami singoli è doppi venga messa fuori
fase.
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Il sito carbanionico è considerato un
separatore di domini, perchè separa
due regioni della catena rispetto ad esso speculari (L e
R). I fisici
definiscono questa unità un solitone; vi è evidenza che la distorsione
associata al solitone non sia così fortemente localizzata ma si possa estendere
su un arco dell’ordine di 15 atomi della catena.
Il trasporto di carica sarebbe associato col movimento del solitone lungo la
catena. In pratica però la conducibilità è limitata dai trasferimenti di
cariche tra catene, che restano ancora oscuri.
Il poliacetilene conduttore ha una varietà di potenziali applicazioni. Il
materiale molto drogato potrebbe essere impiegato al posto dei metalli per
applicazioni elettriche. Se poco drogato potrebbe avere impiego come
semiconduttore: per esempio, un diodo a giunzione p-n potrebbe essere fabbricato
ponendo a contatto due film del polimero drogati in modo diverso. Oltre ad
essere di facile preparazione, si potrebbero presentare con ampie aree
superficiali, molto utili per applicazioni nel campo della conversione dell’energia
solare. Purtroppo resta il grosso problema della reattività con l’ossigeno;
si potranno forse preparare in futuro polimeri analoghi sostituiti o modificati,
che siano resistenti all’attacco atmosferico.
Ma questi materiali non mostrano solo conduttività elettronica. MacDiarmid et
al. hanno mostrato come sia possibile anche una conduttività ionica
e come certi poliacetileni drogati possano essere usati come elettrodi
reversibili per batterie di nuovo tipo. Il materiale viene drogato per via
elettrochimica.
Per esempio, un film di poliacetilene viene introdotto in un una soluzione
elettrolitica di LiClO4 dissolto in propilene carbonato. Si pone nell’elettrolita
anche un elettrodo di litio metallico.
Caricando la cella a 1.0 V, a temperatura ambiente, ioni perclorato dalla
soluzione passano nell’elettrodo di poliacetilene formando (CH)n+(ClO4)n-, (fino al 6% circa in moli). Nel contempo, degli elettroni
si liberano dall’elettrodo di poliacetilene e, attraverso il circuito esterno,
vanno a ridurre ione Li+ all’elettrodo di litio.
Gli ioni perclorato entrano reversibilmente nella struttura del poliacetilene
evengono successivamente rilasciati nella soluzione durante la scarica. Il
poliacetilene si comporta quindi da conduttore misto ionico-elettronico.
La possibilità di utilizzare polimeri come elettrodi nelle batterie a stato
solido è molto attraente per la loro leggerezza (rispetto ai metalli) e per la
loro flessibilità strutturale.
Poliparafenilene e
polipirrolo. Molti altri
polimeri hanno analoghe potenzialità.
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Il poliparafenilene , una catena di
anelli benzenici (Figura, a), può essere drogato per aumentarne la conducibilità;
drogato con FeCl3 si forma una specie di formula (C6H4(FeCl3)0.16)x,
con conduttiviotà 0.3 S cm-1 a 25 °C.
Il pirrolo, C4H5N, può essere polimerizzato a dare una
specie a lunga catena che alterna legami doppi e singoli, un sistema di
elettroni p
delocalizzati (Figura, b).
Il polipirrolo ha bassa conducibilità ma può essere ossidato dal perclorato
a dare conduttività di tipo-p fino a 102 S cm-1. Questa
specie è stabile all’aria e può sopportare temperature fino a 250 °C.
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Superconduttività
Una delle scoperte più eccitanti degli ultimi anni è stata quella della
superconduttività ad alta temperatura nel 1986, in
materiali ceramici del tipo
La2-xBaxCuO4-x e YBa2Cu3O7.
Prima di questa scoperta la superconduttività era confinata a temperature molto
basse, a pochi gradi dallo zero assoluto. Ora, con il materiale YBa2Cu3O7
in particolare, la superconduttività si manifesta in un intervallo che,
dallo zero assoluto, arriva fino al punto di ebollizione dell’azoto
liquido,
77 K. Nel giro di pochi mesi la superconduttività passò da quello che per i
più era una curiosità da basse temperature, fuori dalla realtà delle normali
condizioni di laboratorio, ad un fenomeno facilmente accessibile, con molte
possibilità eccitanti per nuove applicazioni. Ma cominciamo dall’inizio.
Nel 1908 gli esperimenti dell’olandese
Kamerlingh-Onnes sulla liquefazione
dell’elio portarono ad indagare un gran numero di fenomeni nell’intervallo
di temperature da 1 K a 14 K. Uno dei primi esperimenti che egli condusse fu la
misura della resistività di numerosi materiali in funzione della temperatura.
Così egli scopri nel 1911 che la resistenza elettrica di un campione di
mercurio puro precipitava drasticamente da 0.08 W un
poco sopra i 4.2 K a meno di 3 x 10-6 W a
circa 4.2 K.
Questo crollo avveniva in un intervallo di 0.01 K
(Figura, a destra).
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Il fenomeno fu chiamato superconduttività. L’aspetto più notevole
di tutti i materiali superconduttori è che al di sotto di una certa temperatura
critica, Tc, la resistenza elettrica si riduce a zero.
Dal tempo della scoperta si è trovato che un gran numero di elementi
metallici e leghe, e perfino alcuni semiconduttori drogati, sono
superconduttori. Nei metalli e nelle leghe Tc è normalmente nell’intervallo
1 – 18 K. Prima del 1986 la scoperta del superconduttore Nb3Sn fece
orientare gli sforzi principalmente verso i composti intermetallici. Con una Tc
di 23.3 K nella specie Nb3Ge sembrò però di aver raggiunto
un limite. Nonostante i molti sforzi di far salire questo limite esso rimase tale
fino al 1986.
Un grande salto in avanti fu la scoperta nel 1986 da parte di due ricercatori
dell’IBM di Zurigo, J. G. Bednorz
e K. A. Müller, della superconduttività in
una fase La-Sr-Cu-O con Tc di circa 36 K. Per questo fu conferito
loro il Nobel per la fisica nel 1987.
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A questa scoperta fece seguito a breve la
sintesi di YBa2Cu3O7 con Tc di 91 K
e di molti altri cuprati complessi di Bi, Tl e Hg con Tc maggiori,
fino al record attuale (a pressione ambiente) di 135 K.
Inoltre, ci sono
probabilmente delle evidenze di Tc fino a 200 K in condizioni
particolari. Nessuno ha però descritto finora un superconduttore a temperatura
ambiente. |

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L’impatto di queste scoperte, ammesso che tali materiali possono essere
fabbricati in forma di cavi o di film sottili, può rivoluzionare l’attività
industriale nell’area elettrica, magnetica ed elettronica. Le possibili
applicazioni più spettacolari sono infatti:
·
trasporto di corrente
senza alcuna perdita di energia;
·
possibilità di far levitare
mezzi di trasporto su campi magnetici (treni
maglev). I giapponesi dispongono
già di un treno sperimentale senza attrito che fluttua su rotaie magnetiche e
ha raggiunto velocità superiori ai 500 Km/ora.
Ci occuperemo per prima cosa delle proprietà fondamentali che distinguono un
superconduttore da altri solidi. Verranno poi brevemente presentate le linee
fondamentali della teoria microscopica della superconduttività, formulata da Bardeen,
Cooper, e Schrieffer (teoria
BCS). Considereremo poi differenti
classi di materiali superconduttori. Infatti, dati i limiti della teoria BCS
che, non solo non può stimare i valori Tc in ogni sistema, ma non
riesce a prevedere se un materiale è superconduttore o meno, è necessario
stabilire correlazioni empiriche tra Tc e la composizione chimica, le
proprietà atomiche, la struttura etc. Solo grazie a queste analisi la ricerca
sui superconduttori ad alte T ha potuto fare progressi.
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La proprietà di resistenza zero
I superconduttori hanno diverse caratteristiche, una delle quali è la
resistenza nulla al flusso di corrente elettrica, così che una ‘supercorrente’
potrebbe fluire indefinitamente. Correnti introdotte in superconduttori, pur in
assenza di campo, non hanno mostrato alcun decadimento osservabile (il record di
osservazione su un campione sembra essere di due anni e
mezzo).
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La resistenza
elettrica di una piccola pastiglia di YBa2Cu3O7 in
funzione della temperatura è mostrata in Figura.
Sotto i 90 K, nello stato superconduttore, la resistenza è nulla.
Sopra ca. 92 K il materiale è metallico e la resistenza cresce gradualmente col
crescere della temperatura.
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Come sappiamo, l’aumento è caratteristico del comportamento del cosiddetto
stato normale metallico, ed è dovuto alle collisioni elettrone-fonone.
Va notato che mentre i buoni conduttori elettrici, come i metalli, sono anche
buoni conduttori di calore, i superconduttori sono in generale cattivi
conduttori termici. |
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La temperatura critica, Tc, è quella alla quale avviene la
transizione metallo-superconduttore in assenza di campo magnetico applicato,
vedi Figura. La Tc diminuisce in presenza di un campo
magnetico.
Per un metallo normale la resistività ha un andamento del tipo
r(T) = r0
+ BT5
dove r0
deriva da interazioni con impurezze e difetti e il termine in T5
deriva dalle interazioni (scattering) elettroni-fononi. Sotto la Tc
tali interazioni scompaiono e la resistività crolla a zero.
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Prima della scoperta dei superconduttori ceramici ad alta T (come YBa2Cu3O7),
l’ interpretazione della superconduttività era basata sulla teoria BCS, che
implicava la debole associazione di elettroni a coppie, le ‘coppie di
Cooper’.
Le coppie si muovono cooperativamente attraverso il reticolo in modo tale da
‘schivare’ le collisioni elettrone-fonone. Contrariamente a quello che potrebbe essere intuitivo, un superconduttore ha
una alta resistenza a temperatura ambiente, perchè esso presenta forti
interazioni elettrone-fonone.
Sta di fatto che i migliori conduttori a temperatura ambiente, argento e
rame, non manifestano alcuna proprietà di superconduzione. I superconduttori
non hanno bassa resistenza elettrica al di sopra della loro Tc.
Diamagnetismo perfetto; l’effetto Meissner
I materiali superconduttori presentano un ‘diamagnetismo perfetto’ ed
espellono
un campo magnetico, purchè questo sia ad di sotto di un valore critico Hc.
Si formano sul campione delle correnti elettriche
superficiali che creano un
campo magnetico addizionale che cancella esattamente quello applicato. Questo è
dimostrato in modo efficace dall’effetto Meissner, (vedi
Figura).
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In (a) si vede la repulsione di un superconduttore M da parte di un campo
magnetico, mentre in (b) si vede l’effetto della levitazione: la signora
giapponese è inginocchiata su un disco di materiale magnetico che sta
fluttuando su un letto di materiale superconduttore (YBa2Cu3O7).
Quando un campione M nello stato superconduttore, ottenuto per raffreddamento
in N2 liquido, è sospeso tra i poli di un magnete esso viene
espulso. Man mano che il campione si riscalda perde la sua superconduttività e
torna all'interno del campo magnetico.
Il diamagnetismo per molti chimici rappresenta solo un debole effetto
repulsivo abbastanza poco interessante mostrato da tutti i materiali verso un
campo magnetico, un fattore correttivo necessario quando si fanno misure
accurate di suscettività paramagnetica. Il diamagnetismo perfetto dei
superconduttori al contrario è un effetto di enorme importanza che può avere
applicazioni notevoli.
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Va anche notato che molti esperimenti hanno dimostrato come la presenza di
impurezze magnetiche in un materiale tende ad abbassare Tc o
addirittura a cancellare le sue proprietà di superconduttore (come l’effetto
di un campo magnetico esterno).
Temperatura critica Tc, campo critico Hc e corrente
critica Jc
La superconduttività in un certo materiale viene persa:
(a) per
riscaldamento sopra una certa temperatura critica Tc, (b)
aumentando la forza del campo magnetico applicato oltre un valore critico del
campo Hc o (c) aumentando la corrente elettrica che lo attraversa
oltre una corrente critica Jc (effetto Silsbee). Questi
parametri sono collegati (vedi Figura).
Un diagramma schematico di fase H-T è mostrato
nella Figura seguente (a sinistra). Hc cresce gradualmente da 0 a Tc fino ad un
massimo allo zero assoluto.
Il valore di Tc è ovvimente di fondamentale importanza per le
applicazioni che dipendono dalla resistenza nulla, mentre Hc
controlla la possibilità o meno che i superconduttori possano essere espulsi da
campi magnetici applicati. Jc è un parametro critico per
applicazioni di potenza in cui si desidera far passare alte correnti attraveso
cavi o apparati superconduttori. Poiché i superconduttori ad alta T sono tutti
materiali ceramici, invece che metalli o leghe, una delle sfide maggiori per i
ricercatori è di produrli in forma di cavi o nastri in cui far fluire una
corrente su lunghe distanze con un valore grande di Jc; i valori di
densità di corrente che si vorrebbero raggiungere sono dell'ordine di 106 A
cm-2.
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Superconduttori di I e II tipo, lo stato (misto) di
vortice
I cosiddetti superconduttori di
tipo I hanno un diagramma di fase H-T come
quello già mostrato a sinistra, in cui aumentando H o T si ha un improvviso cambiamento da
superconduttore a non superconduttore.
Nei superconduttori di tipo II
(Figura sopra, a destra) vi è invece uno stato di transizione, il
cosiddetto stato vorticoso (vortex state),
o stato misto
tra i regimi di superconduttore e metallico (o 'stato normale'). In questo
stato, le linee magnetiche di forza, che sono completamente espulse nello stato
superconduttore, riescono a passare nel materiale, ma solo in regioni ristrette
dette vortici. Così le linee di flusso si allacciano attraverso questi vortici.
Per certe applicazioni è necessario fissare e intrappolare i vortici all’interno
del materiale.
Molti elementi
presentano una superconduttività di tipo I, mentre quasi tutte le leghe
appartengono alla categoria II. Se si considerano
sbarrette sottili di materiale di tipo II poste parallelamente al campo magnetico
esterno si può osservare che il passaggio dallo stato normale allo stato
superconduttivo non avviene in maniera netta come nel caso
dei materiali del I tipo. All’aumentare del campo il
materiale rimane inizialmente in uno stato perfettamente diamagnetico, poi,
raggiunto un valore di campo detto campo critico inferiore
Hc1, il flusso magnetico comincia a penetrare all’interno
del materiale portandolo nel cosiddetto “stato misto”. Il
fenomeno dello stato misto si sviluppa a partire da piccole zone all’interno
del materiale che transiscono allo stato normale e sono
attraversate da un flusso magnetico. La meccanica quantistica dei superconduttori
richiede che ogni tubo di flusso (detto flussoide)
porti la stessa quantità di flusso magnetico, denominata
“quanto di flusso” o “flussone”.
Il
flusso magnetico all’interno dei nuclei è sostenuto da un
vortice di supercorrenti (mostrato in Figura),
che separa la zona normale dalla zona superconduttiva. Questi
nuclei normali si respingono a vicenda a
causa delle interazioni elettromagnetiche e si dispongono ai
vertici di esagoni regolari centrati, in
una struttura periodica tale da minimizzare l’energia libera
di Gibbs del sistema. |

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Al crescere
dell’intensità del campo il numero dei nuclei normali aumenta in
modo da incrementare il flusso totale
concatenato con il campione; quando la distanza tra i nuclei diventa
pari alle dimensioni dei nuclei stessi, le zone
di materiale normale occupano tutta la superficie del campione.
Nello stato di vortice è
noto un fenomeno detto "flux pinning"
in cui un superconduttore viene fissato nello spazio sotto un magnete.
Ciò è impossibile per un superconduttore di Tipo I perchè non può
essere penetrato dal campo magnetico. Il fenomeno consente
interessanti applicazioni (giunti senza frizione
etc.). Più sottile è il superconduttore più forte
è il "pinning" se esposto a un campo magnetico. Si può
quindi sospendere un pezzo di materiale superconduttore a
mezzaria sotto un magnete con superconduttori di tipo II in
condizioni H-T da stato di vortice.
La Figura
mostra a sinistra il principio della levitazione di un
superconduttore nel suo stato di Meissner, e a destra la
sospensione di un superconduttore di tipo II nello stato
vorticoso sotto un magnete, grazie all’intrappolamento
delle linee di forza (levitazione inversa). |
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Il
comportamento dei superconduttori di Tipo II in un
campo magnetico è decisamente complesso; importanti sviluppi sono
dovuti a A.A. Abrikosov che ha
elaborato idee di Lars Onsager e Richard Feynmann sui vortici
quantistici nei superfluidi e l'idea di Fritz London sulla
quantizzazione del flusso magnetico nei superconduttori. |

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Il Premio Nobel
in Fisica del 2003 gli fu conferito per la teoria della
Superconduttività di Tipo II. Egli ha identificato la presenza di linee
di flusso magnetico passanti nel materiale in una regione separata dal
resto del superconduttore da una supercorrente circolante. Per analogia
con la dinamica dei fluidi la supercorrente crea quello che sembra un vortice,
un vortice di Abrikosov (1957). |
Inoltre osservò che i
vortici si dispongono in una struttura regolare nota come "reticolo
di vortici". La prima osservazione diretta di tale
fenomeno fu riportata nel 1967 (The
direct observation of individual flux lines in type II superconductors,
U. Essmann and H. Trauble, Physics Letters, v. 24A, p. 526, 1967). |

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C’è molto interesse
attuale sui meccanismi per bloccare le linee di
flusso: sembra che difetti e impurezze possano servire come punti di
ancoraggio.
Se i vortici non vengono bloccati esse si respingono a vicenda e possono
adottare una disposizione esagonale regolare (come uno strato singolo di sfere
cp),
nota come reticolo di vortici (vortex lattice). Se i vortici (bloccati)
sono disposti in modo casuale, si parla di vetro di vortici (vortex
glass).
La Figura mostra una disposizione triangolare di linee di vortici che
emergono dalla superficie di un foglio superconduttore di Pb0.98In0.02
in un campo di 80 Gauss normale alla superficie (i vortici vengono evidenziati
dalla coagulazione di piccole particelle ferromagnetiche; i vortici vicini
distano circa mezzo micron).
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Le Teorie ...
Dopo la
scoperta della superconduttività nel 1911 e la caratterizzazione delle
principali proprietà, la comunità scientifica si è mossa prontamente
per fornire una solida base teorica al fenomeno. Molti sono stati gli
studi e le proposte (pensiamo anche al periodo
della storia della fisica in cui si sono sviluppati gli eventi). Vediamo di fornire
prima un elenco di quelle che sono considerate le "teorie
classiche".
Modello
Classico. (1935) Fritz e Heinz London. Il modello
classico, sviluppato dai London,
non prende in considerazione i fenomeni quantistici che si
verificano nei materiali superconduttori, ma descrive senza
spiegarne l’origine le due principali caratteristiche di tali
materiali, ovvero l’anomalo comportamento della resistenza a
bassa temperatura e il diamagnetismo perfetto. Questi due
fenomeni vengono descritti mediante due equazioni, dette
equazioni di London. Con questo modello non è possibile
prevedere l’esistenza dei flussoidi.
Macroscopic
Quantum Model (MQM).
(1948) F. London. Postulato di partenza: esiste una funzione
d'onda che descrive il comportamento dell'intero sistema
di superelettroni nel superconduttore. Il
modello quantistico macroscopico descrive tutti i
portatori di carica con un’unica funzione d’onda e consente
di prevedere l’esistenza dei flussoidi. In
questo modello sono inclusi i risultati del modello classico,
poiché da esso si possono ricavare le equazioni
di London.
Teoria
di Ginzburg-Landau. (1950) Oltre alle proprietà
quantistiche ed elettromagnetiche già prese in considerazione
dal modello MQM vengono introdotte le proprietà termodinamiche
del sistema per lo studio della transizione di fase nel
passaggio da materiale normale a superconduttore.
Teoria
di Bardeen, Cooper, Schrieffer (BCS). (1957) Questo
modello è quantistico e microscopico ed
è l’unico in grado di descrivere come si forma lo stato
superconduttivo. Pur fornendo una spiegazione
dettagliata e coerente della superconduttività dei materiali
metallici (bassa temperatura critica), non
è in grado di descrivere il comportamento dei materiali
ceramici (alta temperatura critica). |
E' consigliabile la
lettura del seguente "PERCORSO"
che presenta una panoramica della Superconduttività
in occasione del centenario della scoperta, vedi link. |
Aspetti qualitativi della teoria microscopica della superconduttività
La teoria della superconduttività è molto complessa e il suo contesto
proprio è quello della fisica teorica. Ci limiteremo quindi in questa sede ad
una presentazione qualitativa delle idee fondamentali.
Dopo la scoperta della superconduttività i fisici lavorarono per molti anni
alla ricerca di una teoria che interpretasse il fenomeno. Sembrò, in un primo
tempo, che il reticolo cristallino non giocasse nessun ruolo nel meccanismo
della superconduzione, in quanto le indagini ai raggi X mostravano che non vi
erano modificazioni della simmetria o delle dimensioni cristalline quando il
materiale diventava superconduttore.
Tuttavia, la scoperta nel 1950 dell’effetto isotopico sulla
temperatura critica Tc di elementi superconduttori, ad opera di
Maxwell, Reynolds e altri, diede una forte spinta all’ipotesi che la
superconduttività dovesse essere interpretata con un meccanismo di
accoppiamento tra gli elettroni di conduzione e le vibrazioni del reticolo
cristallino. Questi autori misurarono le temperature di transizione dei diversi
isotopi del mercurio e trovarono che valeva la relazione
Tc µ 1/M½
con M = massa isotopica. Ciò suggerì ai fisici che la superconduttività
era in qualche modo correlata ai modi vibrazionali reticolari (che dipendono
dalle masse) e non solo agli elettroni di conduzione. I modi di vibrazione di un
reticolo sono quantizzati, come lo sono quelli delle molecole isolate; i quanti
di vibrazioni reticolari sono i fononi.
Frölich e successivamente Cooper suggerirono un modello per questo
meccanismo di interazione. Si poteva pensare che in un supercondottore si
realizzasse una forte interazione fonone-elettrone, tale da portare ad una attrazione
fra due elettroni (fenomeno di overscreening).
Molto semplicemente, il meccanismo funziona in questo modo: un elettrone di
conduzione che passa attraverso il reticolo può perturbare alcuni ioni positivi
rispetto alla loro posizione di equilibrio, attraendoli leggermente verso di se
e costringendoli ad avvicinarsi tra loro, creando così una regione a maggior
densità di carica positiva (Figura). |
|
Mentre questi ioni oscillano avanti e indietro un secondo elettrone può
subire attrazione verso la regione positiva; cioè, una tale perturbazione
locale di cariche nel reticolo produce un debole potenziale attrattivo a corto
raggio in grado di catturare un secondo elettrone. L’effetto netto è che i
due elettroni possono interagire tra loro usando la vibrazione reticolare come
intermediario. Inoltre, tale interazione è attrattiva perchè entrambe le fasi
di questo processo ideale (primo elettrone che attrae i cationi; regione
positiva che attrae il secondo elettrone) implicano una interazione coulombiana
attrattiva.
Ammesso che gli elettroni possano subire questa attrazione netta, si verifica
la possibilità che essi formino delle coppie legate.
La cosa potrebbe sembrare dubbia perchè in tre dimensioni due particelle
devono interagire con una certa energia minima per poter dare uno stato legato,
una condizione improbabile da realizzare in questo caso, vista la limitata
entità dell’attrazione.
Cooper suggerì che questa apparentemente non plausibile possibilità potesse
divenire molto probabile per l’influenza sulla coppia interagente da parte dei
rimanenti N-2 elettroni del sistema, attraverso il principio di Pauli. L’interazione
cioè sarebbe troppo debole per legare i due elettroni se questi fossero
isolati.
Egli dimostrò invece che in presenza di una sfera di Fermi di elettroni
addizionali il principio di esclusione modificava radicalmente il ‘problema
dei due elettroni’ così da rendere possibile uno stato legato per quanto
debole potesse essere l’attrazione.
Questi considerazioni di Cooper si riferivano però alla situazione di una
singola coppia di elettroni in presenza di una normale distribuzione di Fermi
degli altri elettroni. Un sostanziale passo in avanti fu la pubblicazione, nel
1957, da parte di Bardeen, Cooper e Schrieffer della teoria microscopica della
superconduttività, nota come teoria BCS, nella quale veniva definito lo stato
fondamentale collettivo degli elettroni di un superconduttore.
Le principali assunzioni della teoria BCS sono le seguenti. In certe
condizioni in un metallo possono esistere forze attrattive tra coppie di
elettroni causate dalle interazioni con i fononi e forze repulsive coulombiane.
Quando l’effetto combinato è attrattivo il metallo può divenire
superconduttore. In un superconduttore gli elettroni sono condensati in coppie
(di Cooper). Gli elettroni sono appaiati in modo tale che ogni coppia, nello
stato di minore energia, presenta vettore d’onda totale nullo (cioè
momento totale uguale a zero) e spin totale nullo (cioè stato di
singoletto).
In un metallo normale gli stati elettronici collettivi possono essere
descritti in termini di stati monoelettronici. Gli stati monoelettronici sono
spin-orbitali | k, s›
caratterizzati dal vettore d’onda k e dall’indice di spin s
= o ¯
. Gli stati collettivi a più bassa energia si realizzano quando gli N elettroni
disponibili per la banda di conduzione occupano gli spin-orbitali con i minori
valori di |k|, tenuto conto del principio di esclusione di Pauli.
Una tale descrizione basata su stati elettronici individuali non
può essere
utilizzata nella teoria della superconduttività poichè il fenomeno deve essere
associato alla presenza di interazioni attrattive elettrone-elettrone.
Il modello BCS parte dall’idea base che uno stato collettivo deve essere
descritto in termini di coppie elettroniche (stati
bielettronici). Poichè ogni
coppia elettronica implica due spin-orbitali, |k, s›
e |k’, s’›,
lo stato elettronico collettivo a minore energia, indicato come YBCS,
deve essere costituito da coppie di spin-orbitali. Per il principio di Pauli la
funzione YBCS
deve cambiare segno per ogni scambio delle coordinate o degli spin di due
elettroni, deve cioè essere antisimmetrica. Ciò comporta che i due
spin-orbitali che formano uno stato bielettronico devono avere sia spin che
vettore d’onda opposti, cioè |k, › e |-k,
¯ ›. Lo stato fondamentale BCS può essere
descritto nel modo seguente: i due spin-orbitali di una coppia sono simultaneamente
vuoti o occupati da due elettroni. Si generano stati eccitati per rottura delle
coppie, quando cioè i due elettroni non hanno più momenti uguali ed opposti (k
e –k) e si comportano praticamente come elettroni liberi. Se, per
effetto ad esempio di radiazioni, viene splittata una coppia un elettrone
occuperà uno stato |k, › mentre lo stato
complementare |-k, ¯ › sarà vuoto.
Ci si può chiedere quindi quanta energia sia necessaria per rompere una
coppia e produrre due ‘elettroni liberi’. Vi sono molte evidenze della
presenza in un superconduttore di un piccolo gap di energia attorno al
valore dell’energia di Fermi. Ad esempio, l’assorbimento di radiazioni nella
regione delle microonde riesce a promuovere elettroni dallo stato
superconduttore allo stato normale metallico.
L’energia minima per creare un singolo elettrone libero da una coppia è
indicata con D (il
valore di D è
definito gap di energia di un superconduttore). Poichè devono essere
eccitati tutti e due gli elettroni di una coppia (cioè di uno stato
bielettronico) l’energia minima richiesta per una eccitazione, a 0 K, è
Il numero di ‘elettroni liberi’ cresce al crescere della temperatura
sopra lo zero assoluto. La creazione di un elettrone libero, cioè in uno stato
|k, › senza un partner nello stato |-k,
¯ ›, impedisce la formazione di uno stato
bielettronico |k, ›,|-k, ¯
›. Le coppie di Cooper sono quindi sfavorite al crescere del numero di
elettroni liberi (cioè al crescere della temperatura) e diminuisce anche il gap
DE, fino ad annullarsi
alla temperatura critica Tc, alla quale si verifica una transizione
di fase del secondo ordine dallo stato superconduttore allo stato metallico
normale. Si può dimostrare che la temperatura critica Tc è
proporzionale al D a 0
K, e che vale la seguente formula fondamentale:
I valori sperimentali del rapporto 2D(0
K)/kBTc per alcuni elementi sono riportati nella seguente Tabella.
Tabellaa dei valori misurati di
2D(0
K)/kBTc per alcuni elementi
|
Elemento
|
2D(0 K)/kBTc
|
Al
Cd
Hg(a)
In
Nb
Pb
Sn
Ta
Tl
V
Zn
|
3.4
3.2
4.6
3.6
3.8
4.3
3.5
3.6
3.6
3.4
3.2
|
aD(0)
è
ricavato da esperimenti di tunneling. Si noti che il valore teorico BCS per
questo rapporto è 3.53. Per la maggior parte dei valori l’incertezza è
±0.1. Fonte: R. Mersevey e B. B Schwartz, Superconductivity, R. D.
Parks, ed., Dekker, New York, 1969. |
I risultati sembrano validi per molti superconduttori con un errore entro il
10%. Quelli che presentano deviazioni maggiori (come il piombo e il
mercurio,
con discrepanze vicine al 30%) tendono sistematicamente a deviare anche per
altre previsioni della teoria BCS semplice.
Le coppie di Cooper sono responsabili del fenomeno della superconduttività.
Le condizioni che promuovono la formazione di un numero sufficiente di coppie di
Cooper sono complesse da valutare. Le interazioni elettrone-fonone debbono
essere forti e, come abbiamo visto, la bassa temperatura favorisce la formazione
delle coppie. I moderni superconduttori ad alte Tc non erano quindi
previsti dalla teoria BCS.
Le coppie di Cooper sono debolmente legate. Le funzioni d’onda
bielettroniche che costituiscono lo stato fondamentale YBCS
hanno un range spaziale (coherence length) molto grande, di ca. 103-104
Å.
Quindi nella regione occupata da ciascuna coppia si trovano i centri di
molte (milioni e
più) coppie. Questo è un aspetto cruciale dello stato
superconduttore: le coppie non debbono essere considerate indipendenti, ma
spazialmente allacciate e intrecciate in un modo molto intricato, che è
essenziale per la stabilità dello stato. Lo stato fondamentale collettivo
descrive il moto ordinato di un gran numero di coppie che presentano enormi
sovrapposizioni.
Quando viene applicato un
campo elettrico esterno, le coppie di Cooper si
muovono attraverso il reticolo sotto il suo influsso. Lo fanno, tuttavia, in
modo tale da mantenere l’ordinamento delle coppie. Il moto di ciascuna coppia
è vincolato al moto di tutte le altre coppie e nessuna coppia può essere
individualmente deviata (scattered) da parte del reticolo. Da ciò deriva
la proprietà di resistenza zero di un superconduttore. |

|
A temperature > 0 K una frazione delle coppie viene dissociata
termicamente, e la densità degli elettroni superconduttori è determinata dalla
frazione che rimane a coppie.
A supporto di questa teoria vi è anche il fatto che lo stato
superconduttotore presenta energia libera inferiore a quella del corrispondente
stato metallico. Misure di capacità termica mostrano che un superconduttore ha
una entropia minore ed è quindi più ordinato del corrispondente metallo.
Mentre nei superconduttori tradizionali (Tc < 23 K) la distanza
tra gli elettroni di una coppia è dell’ordine di migliaia di angstroms, nei
nuovi superconduttori ceramici la teoria BCS porterebbe a distanze molto più
corte (qualche angstrom, ca. 10 Å in YBa2Cu3O7).
Esiste la interessante possibilità che lo stato superconduttore possa essere
associato con la presenza di coppie di elettroni itineranti più vicini tra loro
e, in qualche modo, collegati con la formazione dei legami nel solido. C’è da
dire, tuttavia, che le attuali conoscenze teoriche sulla superconduttività dei
materiali ceramici sono assai limitate. E’ stata affacciata sia prima che dopo
l’introduzione della teoria BCS una interpretazione alternativa della
superconduttività, basata sul fatto che una coppia di Cooper costituita da due
elettroni (due fermioni) potesse comportarsi come un unico bosone.
Se ciò fosse vero la superconduttività sarebbe semplicemente un nuovo
esempio di un fenomeno noto come condensazione di Bose, come nel caso del
passaggio dell’elio liquido (He I) a elio superfluido (He II) a 2.18 K.
In realtà la formazione di un bosone
richiederebbe interazioni ben più
forti e distanze ben più corte tra i due elettroni della coppia di Cooper di
quanto previsto dalla BCS per i superconduttori tradizionali.Vero è che nei superconduttori ceramici la distanza nelle coppie è molto
minore, e ciò riapre la discussione.
Altri modelli sono stati utilizzati per razionalizzzare il comportamento
superconduttore, come il modello di Mott-Hubbard.
Ma
quali sono gli sviluppi attuali?
Nel
2011 un gruppo di fisici dell'Università di Massachusetts insieme
a fisici del Royal Institute of Technology Svedese, hanno
pubblicato una nuova teoria auto-consistente e completa, che
spiega un nuovo tipo di comportamento superconduttivo, il Tipo
1.5. Su "Physical
Review B" in tre pubblicazioni scientifiche, gli autori hanno
esposto le loro ricerche, per mostrare che lo stato di Tipo 1.5 di
superconduttività è possibile grazie ad una classe di materiali
chiamati superconduttori multibanda.
Egor Babaev ha
descritto una superconduttività di
Tipo 1.5, che ha sia caratteristiche del Tipo I che del Tipo II,
benchè precedentemente si pensasse impossibile in quanto
antagoniste.
1)
Microscopic theory of type-1.5 superconductivity in
multiband systems,M. Silaev, E. Babaev,Phys. Rev. B,
84, 094515, 2011; 2) Semi-Meissner state and
nonpairwise intervortex interactions in type-1.5
superconductors,J. Carlström, J. Garaud, E. Babaev, Phys.
Rev. B, 84, 134515,
2011; 3) Length
scales, collective modes, and type-1.5 regimes in
three-band superconductors, J. Carlström, J. Garaud, E.
Babaev, Phys. Rev. B, 84, 134518, 2011. |
Le
pubblicazioni forniscono una struttura teorica che permette agli
scienziati di calcolare le condizioni necessarie perché
si abbia una superconduttività di Tipo 1.5.
Tutti
i materiali superconduttori scoperti nell'ultima metà di secolo
possono essere classificati o come Tipo I o come Tipo II. Ma
esiste un'ulteriore stato che non cade in nessuno di questi due
campi. In alcuni materiali, gli elettroni superconduttori
potrebbero essere classificati in due diverse sotto-popolazioni in
competizione: una si comporta come elettroni di Tipo I e l'altra
come elettroni di Tipo II. I superconduttori di Tipo 1.5
dovrebbero formare qualcosa tipo Formaggio Svizzero
super-regolare, con ammassi di vortici molto stretti di due
diversi tipi di elettroni: un tipo stretti insieme e l'altro che
fluisce sulla superficie dell'ammasso di vortici, in un modo
simile a come fanno gli elettroni che fluiscono sull'esterno dei
Superconduttori di Tipo I. Questi ammassi
di vortici
sono separati da "vuoti" senza vortici ne correnti ne
campi magnetici. Con l’uso di supercomputer sono stati eseguiti
calcoli numerici su larga scala per modellare il comportamento
degli elettroni superconduttori, per capire meglio le strutture
degli ammassi di vortici e come possono essere fatti in un
superconduttore 1.5. Molte informazioni sono reperibili a questo
link.
Tra le novità
più recenti bisogna segnalare anche l'articolo (vedi link):
Direct spectroscopic evidence for phase competition between
the pseudogap and superconductivity in Bi2Sr2CaCu2O8+δ
M. Hashimoto et al., Nature
Materials 14, 37–42 (2015).
Si
parla di una nuova fase della materia, chiamata pseudogap,
che compete con la superconduttività ad alta T privando il
materiale in cui insorge di elettroni che, altrimenti,
potrebbero fluire senza incontrare alcuna resistenza elettrica.
|
In
quasi 30 anni dalla scoperta dei superconduttori ad alta temperatura i
teorici non hanno raggiunto un consenso sull'origine della
superconduttività ad alta T critica: esistono decine di "ingegnosi
scenari" ma non una teoria vera e propria.
|
Gli effetti Josephson
Nel 1962 Brian Josephson
(ricercatore a Cambridge di soli 22 anni) avanzò l’ipotesi che, se due metalli superconduttori
fossero stati posti a contatto tra loro, separati solo da un sottile strato
isolante (quale il loro strato superficiale di ossidi), ci si dovesse aspettare
un flusso di corrente in assenza di qualsiasi campo esterno. L’effetto è di
fatto osservato perchè, se la barriera isolante è abbastanza sottile
(pochi nanometri), coppie
di elettoni possono attraversare la giunzione da un superconduttore all'altro
senza dissociarsi (cioè coppie di Cooper possono trasferirsi
integre). A Josephson venne attribuiti il Premio Nobel per la fisica
1973.
Questo fenomeno è noto come effetto Josephson a
corrente continua o tunneling
di una supercorrente. Egli previde inoltre che l’applicazione di un
piccolo voltaggio continuo a tale giunzione avrebbe prodotto una piccola
corrente alternata, fenomeno noto come effetto Josephson a corrente
alternata.
Queste proprietà sono di grande interesse applicativo (fast-switching) per
le industrie elettroniche e di hardware.
|
Una curiosità
Cercando di recente notizie fresche
riguardanti la Superconduttività su Internet mi sono imbattuto
in due fatti abbastanza strani riguardanti il Prof. Brian Josephson.
Primo: Il
premio Nobel bloccato da Wikipedia
Si
legge nella Nota: Si chiama Brian Josephson ed era un
brillante fisico, vincitore di un Nobel. Ora invece fa il bullo
sull’enciclopedia libera a favore delle pseudoscienze Vincere
il Nobel può dare alla testa. Una volta fatta la gita della
vita a Stoccolma, è capitato infatti a numerosi scienziati di
inventare o sostenere le più bislacche teorie
pseudoscientifiche. ...... Ragazzo
prodigio, nel 1962, a soli 22 anni, scopre un effetto
quantistico oggi noto, appunto, come effetto Josephson. ........
Roba spessa, insomma, e infatti Josephson si poteva fregiare di
un premio Nobel solo 11 anni dopo, nel
1973, a 33 anni.
Il
giovane Josephson però aveva anche altri interessi. Si era
avvicinato alla meditazione trascendentale
ancora prima di vincere il Nobel, ma solo dopo il premio ebbe la
libertà di movimento per dedicarsi totalmente ai fenomeni
paranormali. Da lì in poi la fisica dei
superconduttori venne lasciata sempre più da parte, mentre si
tuffò nel mare magnum della parapsicologia.
Non solo meditazione trascendentale, ma anche telepatia,
telecinesi, percezione extrasensoriale.
Josephson ha fondato e guidato, fino al suo ritiro nel 2007, il Mind-Matter
Unification Project, gruppo di ricerca dell’università di
Cambridge sulle possibili connessioni tra meccanica quantistica
e parapsicologia......
Paranormale
a parte sulla sua homepage si trovano link e affermazioni di
supporto alla fusione fredda (incluso il
famigerato E-Cat italiano) e all’omeopatia; inoltre ha
dichiarato di ritenere probabile una qualche forma di disegno
intelligente......
La
Nota si dilunga poi sui rapporti tra Josephson e Wikipedia.
Una
comunicazione di L. Mosca (Fisica
e misticismo, il Nobel Josephson un anticonformista a Palazzo
Serra)
a seguito di una visita di Josephson all'Università di Napoli
lo descrive così:
......
FISICA E MISTICISMO ORIENTALE - Dopo aver conseguito il
massimo riconoscimento a cui uno scienziato possa aspirare, a
un'età in cui i suoi colleghi, in genere, si barcamenano tra
esami, tesi di laurea e borse di studio, il fisico si è
dedicato a campi di ricerca apparentemente lontani dai suoi
interessi originari: la parapsicologia, il misticismo orientale,
e in generale le idee «devianti» che faticano a essere
accettate dalla comunità scientifica. E così, agli studi sulla
trasmissione dell'elettricità nei superconduttori si è
sostituito, almeno in parte, l'interesse per la telepatia e
altri fenomeni paranormali. Un percorso apparentemente bislacco,
ma Josephson si è più volte detto convinto che «se tutti gli
scienziati bocciano un'ipotesi, questa non deve essere presa
come una prova della sua assurdità». ......
Secondo:
Brian
Josephson talks about e-cat…Brian Josephson parla dell’e-cat
Si tratta di un
articolo pubblicato su Quantum Coherence. La
nuova fonte di energia utilizzata dall’energy catalizer è
introdotto da Brian Josephson, premio Nobel per l’effetto
Josephson.
Si
tratta del discusso processo di Fusione Fredda di Andrea Rossi.
Ricordiamo
infine che Josephson scrisse anche la prefazione al libro di
Jacques Benveniste "La
mia Verità sulla Memoria dell'Acqua" Cambridge University,
UK, marzo 2005.
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