Introduzione Nelle
scienze dello stato solido coesistono molte aree che si sovrappongono
per interessi comuni: fisica dello stato solido, chimica dello stato
solido, scienza dei materiali, ma anche cristallografia,
cristallochimica, mineralogia, metallurgia, etc.
Ma
cosa è la chimica dello stato solido? E’ una disciplina fondamentale per chi si occupi di scienza e
applicazioni dei materiali solidi. Infatti, nella chimica dello stato
solido rientrano potenzialmente argomenti che vanno dalla sintesi, alla
caratterizzazione strutturale, al tipo di legame, alle proprietà
fisiche e chimico-fisiche, alle applicazioni etc. di solidi cristallini
o amorfi. I
materiali di interesse sono comunemente composti inorganici, ma non
esclusivamente. Notiamo come i materiali inorganici includano specie ad
alto impatto innovativo, come superconduttori ad alta temperatura, intercalati
lamellari, vetri per fibre ottiche, fullereni, clusters, magneti
molecolari, materiali bio-compatibili, etc. Oltre ai materiali
inorganici, anche i metalli possono essere inclusi, per l’interesse
nelle loro strutture normali e difettive, nelle loro soluzioni solide,
nelle transizioni di fase e nelle proprietà elettroniche. Vengono pure
compresi alcuni solidi organici che manifestano proprietà peculiari,
come una alta conduttività elettrica. Molti minerali, inoltre, vengono
trattati, come esempi di solidi inorganici che si riscontrano in natura
e come materiali di interesse applicativo (vedi le argille e le
zeoliti). I
materiali di interesse sono generalmente cristallini, ma non sempre. Per
esempio, i materiali vetrosi presentano molte proprietà oggetto di
studio per la chimica dello stato solido. La
grande maggioranza dei solidi inorganici è di tipo non-molecolare e le
loro strutture sono determinate dal modo in cui gli atomi o ioni si
impaccano tra di loro in tre dimensioni. La varietà e complessità dei
tipi strutturali è di importanza basilare nella chimica dello stato
solido. Quindi non solo è necessario affrontare una descrizione e
classificazione delle strutture cristalline, inquadrate dal punto di
vista cristallografico, ma è anche essenziale una analisi dei fattori
che influenzano e controllano le strutture cristalline. Si noti, per
contrasto, che nel caso di sostanze molecolari struttura e proprietà
sono strettamente legate alle molecole individuali. Quasi tutta la
chimica dello stato solido si occupa di materiali non-molecolari. Un
altro aspetto strutturale importante è la natura difettiva dei solidi.
Tutti i solidi contengono difetti di qualche tipo e spesso questi hanno
grande influenza su proprietà come la conduttività elettrica, la
resistenza meccanica e la reattività chimica. Stettamente affine a
questo argomento è quello delle soluzioni solide, che rappresentano
situazioni in cui la composizione può essere variata significativamente
nell’ambito della stessa struttura cristallina, variandone le proprietà.
L’importanza
del legame chimico e della struttura elettronica di materiali inorganici
è di per se evidente. I calcoli quantitativi delle energie di legame
sono difficili: il legame in molti solidi inorganici è una miscela di
legame ionico e covalente. Il numero di sostanze che può essere
trattato con un modello da solido ionico puro o covalente puro è
limitato. Molti solidi possono essere trattati seguendo la teorie delle
bande (o delle zone). Si può applicare questo modello per
razionalizzare la struttura cristallina, il comportamento
spettroscopico, la conduttività, etc. di molte specie (in particolare
metalli e semiconduttori). Gran parte della fisica dello stato solido è
dedicata allo studio dettagliato della struttura elettronica dei solidi,
analizzata seconda la teoria delle bande e sue varianti più recenti. I
metodi di sintesi e la progettazione di solidi con proprietà desiderate
hanno pure un notevole rilievo. Diversi metodi di sintesi sono
disponibili, alcuni dei quali sono esclusivi della chimica dello stato
solido e non si ritrovano in altre aree della chimica. Anche le tecniche
fisiche e i metodi usati per analizzare e studiare i solidi sono spesso
diverse da quelle usate in altre aree chimiche. Hanno
infatti un rilievo maggiore, rispetto ai metodi spettroscopici,
i metodo di indagine diffrattometrici (principalmente la
diffrazione di raggi X) e microscopici (specialmente la microscopia
elettronica). A
differenza che con i composti molecolari, nel caso dei solidi i metodi
spettroscopici possono essere importanti in certi casi specifici, ma non
sono efficaci per la caratterizzazione e la determinazione strutturale
completa. La
diffrazione a raggi X ha due applicazioni principali in chimica dello
stato solido: la determinazione strutturale e la identificazione di fasi
medianti diffrazione da campioni policristallini (polveri). La diffrazione da polveri inoltre offre molte altre
possibilità: studio del polimorfismo, transizioni di fase, soluzioni
solide, parametri di cella accurati, misura delle dimensioni delle
particelle, e, di recente, anche caratterizzazioni strutturali ab
initio. I
solidi presenta una gran diversità di proprietà e applicazioni. Sono
queste, ovviamente, che hanno avuto il maggiore impatto nel contesto
sociale, specialmente per quanto riguarda una ampia serie di materiali
innovativi. Lo studio delle relazioni struttura cristallina-struttura
elettronica-proprietà è un’area che offre immense possibilità per
la realizzazione di materiali con insolite combinazioni di proprietà.
Si delinea quindi al giorno d’oggi sempre meglio la possibilità di
sviluppare una “ingegneria cristallina”, che renda accessibili nuove
specie con struttura programmata e proprietà desiderate. R.
Hoffmann, nell’introduzione di un suo celebre articolo, “How
Chemistry and Physics Meet in the Solid State” Angew.
Chem. Int. Ed. EngI. 26 (1987)
846, analizza alcuni aspetti problematici all’interfaccia tra chimica
e fisica nell’area dello stato solido. Egli sottolinea come i chimici,
pur potendo contare su di una fondamentale sensibiltà e intuitività in
merito a concetti come legame chimico, uso di orbitali di frontiera,
etc. per non essere relegati in un ruolo secondario, devono imparare a
misurare le proprietà dei solidi, e non limitarsi a sintetizzarli e
caratterizzarli strutturalmente. E devono poter ragionare in modo
intelligente delle strutture elettroniche dei materiali che essi
producono, così da comprendere come queste proprietà e strutture
possano essere controllate e modificate. La storia recente delle
scoperte di materiali innovativi, come i superconduttori ad alta
temperatura, è illuminante a proposito.
I
chimici devono assumere una disposizione più attiva in questa area. I
nuovi materiali che hanno creato grande eccitazione nella chimica dello
stato solido in questi ultimi tempi (quasicristalli, superconduttori,
fullereni) sono materiali facili da preparare e poco costosi. Tuttavia,
forse per questa eccessiva facilità,
come è stato detto, sono stati dei non-chimici i protagonisti di queste
scoperte. Data la vastità degli argomenti illustrati, si è dovuta
necessariamente operare una selezione. Il corso non si occupa di alcune
parti importanti per lo studio dello stato solido, come la
caratterizzazione strutturale dei solidi cristallini mediante
diffrazione, che viene trattata nel corso di Strutturistica Chimica, nè
delle tecniche spettroscopiche, microscopiche e termiche di analisi dei
solidi, già presentate nei corsi di Chimica Analitica. I contenuti del corso sono stati ampiamente attinti dai testi sotto
elencati. Bibliografia
Milano, Febbraio 2001
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